Edoardo Reja, goriziano, nato pochi mesi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, è stato il grande artefice della doppia promozione del Napoli di de Laurentiis portandolo dagli abissi della C alle soddisfazioni della massima serie. Nel 2009 l’addio e la breve esperienza all’ Hajduk Spalato, poi di nuovo in Italia per allenare dal 2010 al 2012 la Lazio di Lotito, alla quale è ritornato il 4 gennaio 2014 dopo l’intermezzo che ha visto in panchina il bosniaco Vladimir Petkovic.
La Lazio di Reja era un ostacolo duro, all’Olimpico i primi due incontri: 1-1 il 3 aprile 2010 e 0-2 il 14 novembre 2010. Ecco che poi il terzo appuntamento arriva un anno esatto dopo il primo, quel 3 aprile 2011 che diventerà una data indimenticabile per i tifosi azzurri. Era il Napoli del ritornello difensivo “Campagnaro-Cannavaro-Aronica”, erano i tempi di Lavezzi e Cavani.
Mauri, Dias, Biava e Gonzalez da un lato, Hamsik e Maggio dall’altro: ecco chi tuttora gioca ancora nella squadra con cui scese in campo nel celebre anticipo delle 12,30. L’arbitro era lo stesso di domani, Luca Banti.
Furono proprio i primi due giocatori nominati a dare inizio alle danze: l’attuale capitano Mauri fece l’unico goal del primo tempo,
Dias raddoppiò a inizio ripresa e la partita sembrava chiusa su quello 0-2 spesso ricorrente tra le due squadre (oltre al già citato 14 novembre, era finito così anche l’incontro dell’ 8 marzo 2009, giocato proprio al San Paolo).
Il Napoli di Mazzarri però è una squadra che non si arrende, pronta a rimontare i peggiori svantaggi: l’allenatore toscano inserisce Mascara, che si conquista subito una punizione: batte Lavezzi, deviazione di Sculli che favorisce Dossena ed è 1-2 dopo 3 minuti dal goal di Dias.
Passano altri due minuti, altra punizione di Lavezzi, deviazione stavolta di Dias, sponda di Maggio e Cavani tutto solo realizza la rete del pareggio: 2-2.
Poco dopo Brocchi si ritrova tutto solo al limite dell’area partenopea, destro secco e palla che va sulla traversa bassa e poi rimbalza dentro di oltre venti centimetri, per poi uscire di nuovo. L’arbitro non convalida, e la moviola decreterà il goal fantasma. Tuttavia al 23′ la Lazio riesce lo stesso a metterla dentro: azione personale di Zarate, il sinistro viene respinto da De Sanctis, arriva Aronica e combina uno dei suoi pasticci: autogoal, 2-3.
Al 37′ quando ormai era un quarto d’ora che la Lazio teneva stretto il vantaggio, Cavani cade in area appena sente il contatto con Biava e l’arbitro decide per rigore ed espulsione forse in maniera un po’ generosa. Dal dischetto il Matador non sbaglia: 3-3. Altra mossa scacchistica di Mazzarri che inserisce il suo beniamino Lucarelli, che prende subito palla, appoggia per Mascara che fa l’assist per il 4-3 di Cavani al 88′ che fa gridare i gioia tutti i tifosi. Finisce così, con la magica tripletta del Matador che spiana la strada all’ingresso in Champions dei partenopei
Se il 3 aprile 2011 il Napoli vinceva 4-3 con la Lazio, 33 anni e un giorno prima, si concretizzava lo stesso risultato sempre al San Paolo. Infatti domenica 2 aprile del 1978 lo stesso rocambolesco finale fu realizzato da Juliano e co. Mentre come già detto un anno prima si era giocata Lazio-Napoli 1-1 (3 aprile 2010). Domani la sfida invece disterà 3 anni e 10 giorni, sempre nel mese di aprile …
Altro elemento in comune è l’arbitro: l’internazionale Luca Banti ha già arbitrato questa sfida quattro volte ed il Napoli ha sempre vinto: 26 ottobre 2008, Lazio-Napoli 0-1; 3 aprile 2011, Napoli-Lazio 4-3; 25 settembre 2012, Napoli-Lazio 3-0; 29 gennaio 2014, Napoli-Lazio 1-0 (Tim Cup).
Una sfida che comunque andrà, riaccenderà gioie incancellabili vissute dai tifosi partenopei….
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