Nella giornata di ieri sono state non poche le perplessità che hanno accompagnato la sconfitta di diversi atleti italiani in gara alle Olimpiadi.
L’amarezza della sconfitta viene accentuata da errori arbitrali e decisioni dubbie. Un esempio è stata la gara di fioretto della portabandiera azzurra Arianna Errigo, bloccata ai quarti di finale dalla Statunitense Lauren Scruggs. Il 15esimo punto di Sgruggs è stato contestato dall’italiana, prima in pedana, con la richiesta di revisione tramite video, poi alla fine della gara ha commentato “Mi dispiace, ma non sarei un’atleta e una persona migliore con una medaglia d’oro: quindi sono felice“, chiarendo però che “la stoccata era mia. Perdere per un errore arbitrale dispiace, anche se fa parte del mio sport. Però forse ho sbagliato io, prima, a farla arrivare fino al 14-14“.
Simile sentimento quello della judoka Odette Giuffrida che si è fermata in semifinale dalla kosovara d’Istria Krasniq, ricevendo terzo shido, ovvero il cartellino giallo, al Golden score, per uno svincolo della presa. Poi nella finalina Giuffrida ha perso contro la brasiliana Larissa Pimento. La contestazione nasce dalla scelta di assegnare la stessa giudice per entrambe le gare. La judoka ha così commentato la rumena Rou Babiuc “L’arbitraggio? Anche nella finale l’ultimo shido era dubbio. Con questo arbitro un giorno prenderò un caffè e le chiederò che problemi ha con me. Va avanti da tanto. Quando vedo che sale lei, già so che devo fare qualcosa in più di quello che basterebbe. Non ha molta simpatia per me, non so cosa dire, è ancora tutto troppo fresco. Mi sto ripetendo che ho dato tutto. Sicuramente il Signore vuole mostrarmi qualcosa. Mi dispiace perché ci credevo. Non mi piace dare la colpa agli arbitri, ma meritavo di più“.
Il Presidente del Coni Giovanni Malagò era presente all’incontro “Onestamente dire che fa riflettere è dir poco, ho visto la semifinale e finale per il bronzo col presidente Falcone e il segretario generale Benucci, persone competenti ed equilibrate. La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale persa da Giuffrida lo hanno rimandato alla finalina: credo che questo si commenti da solo“.
Un altro esempio è il caso del pugile di pesi massimi Aziz Abbes Mouhiidine che è stato costretto a fermarsi agli ottavi di finale contro l’uzbeko Lazizbek Mullojonov. Al momento dell’annuncio della sconfitta azzurra l’uzbeko stesso ha scosso la testa e fatto cenno di no con il dito, a segnalare il suo stesso disappunto nella valutazione.
Mentre il pugile non ha commentato l’accaduto, il presidente della Federazione pugilistica Italiana Flavio D’Ambrosi, ex arbitro, ha espresso il suo disappunto senza riserve: “Vergognatevi. Ancora una volta l’Italia è scippata. Pensavamo che il Cio tutelasse i pugili ed evitasse le nefandezze del passato. Niente, siamo alle solite. L’incontro dominato da Abbes e perso con un verdetto sciagurato dimostra che niente è cambiato. Ciò mi induce a fare serie riflessioni sulla mia ulteriore permanenza in questo mondo che ho amato e amo. Purtroppo gli sciacalli, anche quelli più anziani, approfitteranno di questa palese ingiustizia e fermeranno anche il cambiamento che a livello nazionale il pugilato lentamente stava subendo. Sono il presidente e devo rispondere degli insuccessi anche quando non sono a me direttamente riconducibili. Non so, quindi, se mi ricandiderò. Non so se ne troverò la forza. Intanto spero che i pugili italiani ancora in gara non subiscano lo stesso oltraggio di Abbes“.
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