di Giuliana Gugliotti
Caldoro, Cesaro, De Magistris. L’affaire America’s Cup non smette di mietere vittime. A finire nel mirino della Procura stavolta sono proprio i tre “grandi” reggenti. Della Regione, della Provincia e del Comune di Napoli. E’ quanto emerge dal provvedimento di sequestro bis emesso venerdì scorso nei confronti di Attilio Auricchio, dopo che il Riesame l’aveva bloccato per “assoluta carenza di motivazione”.
Capo d’accusa per i tre: turbativa d’asta e illecita selezione di socio privato. Questo per quanto riguarda la prima edizione della Coppa America. In pratica, ciò che non quadra ai pm Arlomede e Bottino è l’ingresso dell’Unione Industriali come partner privato di Acn, la società costituita ad hoc per la gestione dell’evento: la selezione infatti sarebbe dovuta avvenire con una pubblica gara d’appalto.
L’anno dopo, per l’America’s Cup 2013, i reati contestati (ai soli Caldoro e De Magistris, Cesaro ha intanto lasciato l’incarico alla Provincia) è quello di concorso in abuso di ufficio per la modifica dello statuto dell’Acn, che ne avrebbe permesso l’ingresso nella Camera di Commercio (in sostituzione dell’Unione Industriali), aggirando la legge secondo cui gli enti territoriali non possono avere partecipazioni in società miste.
Nuova burrasca in vista per Regione e Comune?
Solo il successivo sviluppo delle indagini, per ora in fase preliminare, potrà chiarire come sono andati realmente i fatti.
Intanto, in una nota su Facebook, De Magistris fa sapere di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia, e di aver appreso la notizia direttamente dai giornali.
“E’ giusto che la Procura indaghi, ma su di me non troveranno niente” afferma il sindaco. “Non so quale asta potremmo turbare io, Caldoro e Cesaro insieme. Sono una persona per bene ed oggettivamente mi sento ingiuriato da questa ipotesi di accusa. Sono colpevole di un’unica cosa: aver portato la Coppa America a Napoli. Se allora questa è la mia colpa, è inutile che si faccia il processo, condannatemi, perchè di questo vado fiero”.