Aniello Mormile, il dj che esattamente un mese fa ha viaggiato per ben cinque chilometri contromano in tangenziale a Napoli causando la morte della sua ragazza, Livia Barbato di 22 anni che dormiva sul sedile posteriore dell’auto, e il 48enne Aniello Miranda che si recava al lavoro nelle prime ore del mattino, è stato interrogato in carcere per oltre due ore dagli inquirenti.
Il 29enne, difeso dagli avvocati Gaetano Porto e Gaetano Baccari, è accusato di duplice omicidio volontario e per la prima volta ha risposto alle domande degli inquirenti; quello che ne è scaturito, però, non è altro che confusione e il perché della sua fatale inversione a U in tangenziale lo scorso 25 luglio è ancora un mistero.
Aniello Mormile ha raccontato con molta precisione quello che è successo in discoteca; tanta musica alta, il suo mixer e fin troppo alcol. Ma i vuoti di memoria cominciano nel momento in cui il dj si siede al volante della sua auto. Si attendono quindi gli esami tossicologici per capire se Mormile avesse anche fatto uso di stupefacenti nell’attesa di un nuovo interrogatorio che chiarisca la questione.
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