“Anita e Nora, due donne in fuga”: il coraggio dell’amicizia nel libro di Gaetana Aufiero

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“Anita e Nora, due donne in fuga da Wagna a Trieste”, edito da Delta 3 edizioni, è il nuovo romanzo storico della brava Gaetana Aufiero.

“Anita e Nora, due donne in fuga da Wagna a Trieste”, edito da Delta 3 edizioni, è il nuovo romanzo storico della brava Gaetana Aufiero. Un romanzo che non lascia indifferente il lettore perché racchiude tutto ciò che è il coraggio delle donne e il loro adattarsi alle situazioni più disperate. Un lavoro di grande accuratezza che mescola fatti creati dalla mente dell’autrice con fatti storici drammatici, purtroppo accaduti tra la prima e la seconda guerra mondiale sulla quella linea di confine che unisce l’Italia all’ex jugoslavia, una storia fatta di deportazioni, rastrellamenti, sofferente, epurazioni.

In tutto ciò le figure di queste due donne, Anita e Nora, svettano e si incastrano nella narrazione della Aufiero con vibrante umanità. L’autrice è molto brava a raccontare la storia di crescita umana di queste due amiche, le cui vicende personali sono molto diverse, ma che proprio per ciò, unite più che mai negli anni da una voglia irrefrenabile di costruire una pace dove non c’era e a dispetto del luogo dove erano. Una storia di confine, che non è solo un luogo geografico, ma è il confine che separa l’umanità dalla disumanità, dalla distruzione alla costruzione di rapporti veri tra esseri umani di diversa estrazione socio-politica.

"Anita e Nora, due donne in fuga": il coraggio dell'amicizia nel libro di Gaetana Aufiero
Gaetana Aufiero

La scrittura della Aufiero resta in equilibrio su questo confine che separa ciò che è stato da un presente di sofferenza di uomini e donne come Anita e Nora che, dall’Istria a Trieste, si sono ritrovate in una guerra che non volevano combattere, deportate in un campo di internamento e divenute poi il punto di riferimento l’una per l’altra. E’in questa solidarietà femminile che noi ritroviamo, con una scrittura avvolgente e minuziosa, le due amiche e non sarà difficile unirci a loro, comprendendone il furore vitale. In quel campo di prigionia hanno costruito una comunità di sopravvivenza, prendendosi cura di bambini e feriti e, negli anni, sono cambiate profondamente, la loro visione della vita è cambiata, non la loro amicizia.

La Aufiero ha esaltato il sentimento dell’amicizia a dono prezioso e indispensabile, ha raccontato gli orrori della guerra attraverso i rastrellamenti che hanno caratterizzato la Venezia Giulia e la Slovenia ad opera del dittatore Tito e ha unito una storia di fantasia con la storia vera di città come Trieste e Dresda. La scrittura è magica finzione, unita ad infinita realtà.