Dieci anni di disastri ambientali alle pendici del Vesuvio

Nelle prossime settimane un'interrogazione parlamentare del governo da parte del Movimento 5 stelle denuncerà 10 anni di disastri ambientali alle pendici del Vesuvio. Dove sono andati i fondi stanziati per le bonifiche?

0
671
Dieci anni di disastri ambientali alle pendici del Vesuvio venuti a galla grazie alle dichiarazioni del Movimento 5 stelle e alle indagini esclusive del Fatto QuotidianoIl M5S presenterà nelle prossime settimane un’interrogazione parlamentare, a firma del deputato grillino Luigi Gallo, sui 10 anni di silenzio in merito alla bonifica delle pendici del Vesuvio. Sono quasi 7 milioni di euro i fondi stanziati per la bonifica del litorale vesuviano e dei siti inquinati all’interno del Parco Regionale del Vesuvio che non si sa dove siano finiti e, nel frattempo, gli escursionisti e i visitatori delle bellezze archeologiche e naturali continuano ad imbattersi in reperti greci e romani ricoperti di amianto e rifiuti speciali e macchia mediterranea arricchita di rifiuti ordinari e industriali.

Bizantinismi e speculazioni per 10 anni hanno riempito il Vesuvio di rifiuti

Un ritardo durato troppo, che costerà all’Italia una multa di ben 40 mln di euro stabilita dalla Corte di Giustizia Eu

ropea. Troppo poco è stato fatto e le coperture provvisorie degli sversatoi abusivi con terra e detriti sono interventi al limite del ridicolo. Nel documento redatto per l’interrogazione del governo ci si chiede anche come sia stato possibile autorizzare l’apertura di discariche all’interno del parco vesuviano, come quella di Cava Vitiello, la più  grande discarica di rifiuti in EuropaGli anni di omissioni, di speculazioni, di bizantinismi hanno compromesso un’area di 7.259 ettari, “eppure, le risorse per bonificare ci sarebbero ancora”. Rimangono da spendere 5 milioni e 712.ooo euro stanziati con il decreto ministeriale del novembre 2006 per il risanamento ambientale del litorale vesuviano.

Le dichiarazioni di Luigi Gallo e del Movimento 5 stelle

Altre risorse, afferma Luigi Gallo, “si perdono nel districato groviglio di competenze amministrative sulla gestione del Parco del Vesuvio e dei suoi gravissimi problemi ambientali, che genera discordanze e conflitti tra il Commissariato di Governo, la Regione Campania, i Comuni, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, l’Ente Parco e la Soprintendenza Archeologica. L’esempio più lampante è negli ingenti fondi messi a disposizione per la bonifica di Cava Ranieri a Terzigno, dove sono state individuate ville romane rustiche risalenti al primo secolo a. C.: nonostante l’impegno ufficiale di rimettere in pristino il sito dopo un anno dalla sua istituzione, avvenuta nel 2000, ancora oggi nessuna bonifica è stata realizzata e questo, come altre centinaia di siti di stoccaggio più o meno esistenti nel Parco, versa anch’esso in una condizione di degrado incipiente”.

Il Parco del Vesuvio declassato da Nazionale a Regionale

In contrapposizione a questo assurdo andazzo il M5S lavora a un provvedimento generale appositamente compilato per il Parco del Vesuvio, con il quale si pianificherà un effettivo snellimento delle pratiche burocratiche e chiara ridefinizione delle responsabilità e delle competenze tra enti e istituzioni. “Purtroppo l’Ente Parco in questi anni è rimasto inerte” e nulla è stato fatto per impedire il declassamento del Parco da patrimonio nazionale a regionale. Intanto l’amianto e i rifiuti continuano a dormire indisturbati alle falde del Vesuvio.