Il fenomeno delle cosiddette “stese“, scorribande armate perpetrate soprattutto da giovanissimi che sparano all’impazzata per affermare il proprio dominio criminale sul territorio rappresentano il “nostro terrorismo“. A pensarlo è il procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, che ha incontrato il giornalisti, con il presidente della Corte d’Appello di Napoli Giuseppe De Carolis di Prossedi, alla vigilia della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in programma a Castel Capuano.
Riello: “Dobbiamo dare risposte concrete”
“Le stese sono il nostro terrorismo – ha spiegato Riello – atti di guerriglia che hanno come scopo quello di terrorizzare i cittadini e dimostrare il loro possesso del territorio. A differenza dei kamikaze, però, questi ragazzi tengono alla propria pelle“. La repressione per arginare questi fenomeni non è, però, l’unica strada da percorrere secondo Riello. “Dobbiamo dare risposte anche concrete. La politica sta facendo delle cose, ma sono insufficienti. Vanno affrontati – ha concluso – i nodi irrisolti che la politica ancora non ha sciolto in modo strategico come il degrado urbano, la dispersione scolastica e il disagio giovanile“.