Antonio Di Pietro a Napoli

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Teatro Il Piccolo, 9 febbraio 2013. È Antonio Di Pietro show. Battute, freddure, stilettate e punzecchiature.

Un discorso improntato al sorriso, ma un riso amaro data la crisi economica e politica in cui versa il paese. Prima di iniziare si sente in sala: “Mi hanno detto di venire”. Dal palco il leader di Italia dei valori risponde prontamente: “Chi ti ha detto?” Si parte con un siparietto, un fraintendimento poi chiarito in tempo reale. Il politico di Montenero di Bisaccia attacca fortemente Monti per il suo operato. “Il pericolo nei prossimi cinque anni non è Berlusconi ma il ritorno di Monti, che si presenta come il buon padre di famiglia”.

L’ex magistrato contesta al professore bocconiano di aver preso i soldi più da chi ha meno e non da chi ha di più. Bisognava intervenire diversamente sul fronte delle entrate e delle uscite, difendendo maggiormente le fasce deboli e bisognose. “Hanno tolto i soldi per andare a trovare Bin Laden già morto da tre anni”. Sotto accusa l’azione di governo, considerata massonica ed improntata a logiche feudali. L’Italia dei valori rivendica di aver votato 52 volte NO ai provvedimenti dell’esecutivo dei tecnici, coperti da fiducia.

“ Non è possibile accontentarsi del minore dei mali, in attesa che venga il meglio”, continua Di Pietro, che indica nella lotta alla corruzione e all’evasione dilagante una salda via d’uscita alla drammatica contingenza attuale. “Quella sul voto utile altro non è che una dissertazione truffaldina, un vero e proprio ricatto”- incalza il molisano- che sottolinea l’importanza di una Rivoluzione civile, contro la puzza d’inciucio. In sostanza un appello alla coerenza, diversamente da tutti gli altri partiti.

Rivendica infine il merito di aver raccolto, con la pioggia e con il sole, un milione e duecentomila firme per i referendum anticasta e di aver provato a modificare la vigente legge elettorale. “Ci sono dei momenti in cui dobbiamo fare il nostro dovere. Dobbiamo risvegliarci senza perder tempo. Il popolo prima o poi si riappropria della sua libertà”. L’invito finale ad essere uniti per un cambiamento reale, perché “il gabbiano continua a volare”.

Unica nota stonata, però, Di Pietro si nega al nostro microfono, senza concedere alcuna intervista. Il perché non è dato sapere. Peccato davvero. Un’occasione mancata per il pluralismo e il dibattito politico.

Diego Scarpitti