Antonio Marfella risponde a Angelino Alfano. In seguito alle dichiarazioni rilasciate dal politico sulla morte di Davide Bifolco, il 17enne ucciso da un carabiniere, Antonio Marfella scrive una lunga lettera di risposta al ministro degli Interni, che nel corso dell’intervista aveva dipinto Napoli come una “trincea difficilissima“, affermando la necessità di “avvicinare la gente allo Stato, che non può essere visto come un nemico” attraverso “un lavoro in profondità che parta dalle scuole”.
Ministro Alfano, mi consenta di spiegarle perché ci sentiamo in guerra con lo Stato Italiano. L’altra notte al Rione Traiano, la vita di un adolescente napoletano è stata spezzata da un colpo di pistola e la vita di un giovane carabiniere si è comunque distrutta. In questi giorni abbiamo subito dibattiti ed interviste infinite con spiegazioni sociologiche varie e l’intervento, come al solito a gamba tesa, di chi, come Salvini, pontifica dal Nord Italia. Il Ministro Alfano, a conclusione, afferma “Napoli, come intere zone del Sud, ha bisogno di un lavoro in profondità che parta dalle scuole e faccia avvicinare la gente allo Stato – che non può essere visto come un nemico – e alle sue regole”.
Gentile Ministro Alfano, uomo che era nato nel Sud, perché non volete vedere come e quanto, a partire dalla Unità di Italia, ma soprattutto negli ultimi venti-trenta anni, avete fatto e state continuando a fare per farci sentire in guerra con lo Stato Italiano? Noi qui ci sentiamo in guerra e ci sentiamo costantemente, continuamente e con diabolica costanza, vessati da uno Stato che non sentiamo essere la nostra espressione di governo, pur se altri nostri figli indossano la divisa da Carabiniere.
Napoli, insieme a molti altri comuni, ha una quota non insignificante della propria popolazione residente nella cosiddetta “zona rossa” del Vesuvio, dove si stimano in non meno di 1.5 milioni di morti il danno conseguente al prossimo risveglio del vulcano. Risulterebbe così essenziale, in questa zona, che uno Stato “serio” si preoccupasse non solo di programmare improbabili azioni di evacuazione sapendo che dopo 15 minuti dall’allarme tutte le strade sarebbero bloccate dal traffico, ma dovrebbe, con razionalità ed ingegno, agire con precise azioni di governo in due sensi: disincentivare con energia e rigore l’edilizia in zona rossa (e invece favorisce solo l’abusivismo edilizio!) , e incentivare con energia e vigore tutte le possibili vie di fuga e mobilità ma disincentivando la mobilità su 4 ruote a favore della mobilità su 2 ruote, in grado di assicurare in tempi rapidi la necessaria e possibile velocità di evacuazione. Napoli ha un eccesso significativo di auto circolanti (61/100 abitanti), rispetto a capitali europee come Parigi e Berlino ( media 45) , ma soprattutto, circa un terzo di queste auto circolanti risultano circolare illegalmente in quanto prive di assicurazione RCA obbligatoria. Sui napoletani, infatti, in modo del tutto truffaldino ed illegale, come dimostrato da anni tutti gli studi di settore, si paga una RCA assolutamente spropositata rispetto a qualunque nazione europea e a qualunque altra regione italiana, perché lo Stato italiano non ci considera italiani, ma una colonia di incivili da mungere e vessare. In questo senso e per lo stesso motivo, anziché utilizzare lo strumento della leva assicurativa e fiscale per incentivare acquisto ed uso dei mezzi a 2 ruote in zona rossa del Vesuvio, lo Stato Italiano si comporta egualmente da truffatore e usuraio con noi napoletani.
Io pago per uno scooter 250 cc per andare a lavorare, oltre 800 euro/anno di RCA pur essendo da decenni in prima classe! Un adolescente che entra nel mondo delle due ruote paga non meno del doppio o anche il triplo in funzione del mezzo che intende comprare. Basterebbe uniformare la RCA per gli scooter e solo per i cittadini napoletani in prima classe RC nella zona rossa del Vesuvio, Napoli compresa, per ottenere incentivi consistenti all’acquisto ed all’uso di mezzi piu utili in caso di evacuazione, effettuando rigorosi controlli stabili con sequestro senza ricorso dei mezzi e delle auto prive di assicurazione, per ridurre, senza altri interventi, sia la circolazione auto che di conseguenza il traffico di oltre un terzo nei medesimi comuni,Napoli compresa e soprattutto evitare una così massiccia evasione dall’obbligo assicurativo! E invece, risulta a tutti noi che la maggioranza degli scooter che circolano a Napoli, specie e soprattutto nella “movida” notturna e nei rioni poveri di Napoli, come rione Traiano, sono in gran parte privi di assicurazione RCA, e quindi non potrebbero circolare! Devono quindi essere obbligatoriamente sequestrati, ma anche in virtù di questo comportamento truffaldino dello Stato italiano a favore delle lobbies delle assicurazioni!
Poco si è detto, ma lo scooter che ha forzato il blocco, prima che essere montato da tre persone senza casco, era o meno privo di assicurazione RCA? E questo fatto da solo basta o no per spiegare le motivazioni di adolescenti poveri per tentare di forzare il blocco dei carabinieri, con tutte le tragiche conseguenze del caso? E adesso invece su tutti i media passa la solita immagine dei napoletani incivili, rivoltosi, senza casco, in tre sullo scooter, ecc ecc. Ma che lo Stato italiano approfitta da decenni della nostra povertà, inciviltà ed ignoranza, truffandoci a favore dei lobbisti delle assicurazioni amici dei politici di turno, non ne parla nessuno?
Esattamente come per i rifiuti industriali e tossici, lo Stato italiano ha bisogno della nostra inciviltà, povertà ed ignoranza per favorire i propri amici lobbisti di riferimento! E lei, Ministro Alfano, nato al Sud ma da tempo parte integrante di questo Stato che umilia, offende e massacra il Sud di Italia, cosa ha fatto sino ad oggi per rimettere in linea con i parametri reali e secondo Giustizia questa truffa colossale sulla RCA a danno dei poveri cittadini “italiani” (?) di quartieri come rione Traiano? E per incentivare, e non bloccare, un tipo di mobilità, come quello su 2 ruote, utile per salvare milioni di vite in zona vulcanica ad altissimo rischio? Noi non ci sentiamo in guerra con lo Stato Italiano, noi siamo consapevoli di essere in guerra con lo Stato italiano: dalla mobilità ai rifiuti industriali e tossici, dalla evasione fiscale degli industriali alla corruzione dei funzionari pubblici “italiani”. Quando volete decidervi a stabilire almeno una tregua? Prima che Napoli, come dimostra la sua Storia, scoppi nella ennesima rivolta contro uno Stato invasore?
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