Quest’oggi in occasione della nostra rubrica “Aperitivo e Cultura“, presso l’Attico Partenopeo, ospite Silvana Russo, presidente dell’associazione culturale “Orchidea”, da anni in prima linea per portare un riscatto sociale nella sua terra, Giugliano, da oltre trent’anni stuprata dalla mala politica, dalla camorra e dalla omertà di chi vede ma tace. Una lotta che Silvana Russo compie anche attraverso la scrittura, ‘L’anticamera dell’inferno’ è infatti la sua terza pubblicazione dopo ‘Una donna speciale‘ (2010) e ‘L’amore otre la vita‘ (2011) con cui ha vinto il premio di autore selezionato nel 2014 all’interno del premio letterario ‘Tra le parole e l’infinito’.
L’Anticamera dell’inferno è una Spoon River formato Giugliano, come scrive Anna Copertino nella prefazione da lei curata. E’ la storia di Christian e del suo angelo, che lo accompagna in questo viaggio nei ricordi, che lo sostiene e gli dà la forza a non arrendersi, di non voltare le spalle alla sua città, ma di combattere, di credere ad un futuro diverso, diverso da quest’ultimi trent’anni. Declino che iniziò con il terremoto del 1980, che distrusse l’unico cinema presente in paese, quasi un evento simbolico per la città, che sarebbe poi diventata una megalopoli di cemento e munnezza, si perché oggi Giugliano è diventata la Terra dei Fuochi, grazie ai politici corrotti e alla camorra. Prima però Giuliano era altro, era la terra della melannurca, era la terra di un mare cristallino, era la terra delle persone oneste che amavano la loro Giugliano,
E oggi quel cinema è ancora lì, un mostro a cui ormai le persone del luogo si sono abituate, un mostro che riflette in maniera perfetta la città di Giugliano, del suo degrado in cui è stata fatta cadere da personaggi legati al dio denaro, ma con questo libro, Silvana Russo, ha voluto dar voce a chi nella propria terra vuol dar voce alla ‘Terra’, un libro di denuncia, per aprire gli occhi dei proprio concittadini, mostrando i disastri che ha subito la sua città negli ultimi trent’anni, dal quel tremendo terremoto, che però l’autrice definisce il male minore che ha colpito Giugliano negli ultimi anni, sperando che quell’Anticamera dell’Inferno non diventi mai un inferno vero e proprio, ma che ritorni ad essere come un tempo una Terra Felix.
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