E’ scattata stamattina la denuncia di Arcigay di Napoli alla Digos partenopea su un episodio che ha coinvolto un giovane militante. “L’allarme è davvero molto serio – ha spiegato Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli – viviamo perennemente in una condizione di allerta. Purtroppo ogni giorno arrivano notizie sempre meno rassicuranti”. Il fatto secondo quanto riportato da Sannino, riguarda Simone, 24 anni, residente a Casalnuovo. Mentre percorreva uno dei vicoletti della zona di Porta Nolana, il giovane sarebbe stato seguito, preso con la forza e trascinato fino a quando non è riuscito a liberarsi:
Arcigay Napoli: il racconto della vittima
“Avevo terminato di lavorare – ha spiegato la vittima agli esponenti di Arcigay – quando ho avuto la netta percezione di essere seguito da qualcuno. In men che non si dica, uno dei due me lo sono ritrovato di faccia, con il cappellino nero che gli copriva il viso, e mi ha iniziato a strattonare stringendomi i polsi con forza per tirarmi verso di loro. Non hanno provato a rapinarmi, volevano portarmi via. Non so dove, ma in quella via ci sono tante stradine strette e isolate in cui è facile far sparire persone. Io mi sono divincolato e, nonostante abbia preso un pugno, sono riuscito a fuggire. Poi una signora mi ha aiutato a calmarmi e a chiamare la polizia”.
Arcigay Napoli: “Casi sospetti”
Per Sannino non ci sono dubbi ed ha lanciato un grido d’allarme: “Ci sono altri casi sospetti, abbiamo avuto l’opportunità di rilevare una drammatica sequenza di quattro vicende che hanno coinvolto nel giro di pochi mesi persone lesbiche, gay e transessuali campane e che sono tuttora avvolte nel mistero. Morti atroci di Simo e di Oleksandr Pavlenko detto Alex e sparizioni sospette di Luigi C. e Vincenzo R., circostanze molto differenti tra loro ma sinistramente immerse nello stesso clima di inspiegabile e disperato silenzio”. “Le indagini della polizia – ha aggiunto – faranno luce su questi episodi, ma per noi esiste un collegamento sociale tra queste vicende. Dopo il caso di Simone, un altro ragazzo, anche lui molto attivo all’interno della nostra comunità, mi ha raccontato di aver subito un’aggressione simile, e anche in quel caso gli uomini erano vestiti di nero”.