Dopo la strage di Secondigliano, compiuta da Giulio Murolo, i cittadini hanno iniziato nuovamente ad interrogarsi sul problema delle armi in possesso a sempre più persone nel nostro paese. Le autorizzazioni per ottenere un regolare porto d’armi sono troppo facili da ottenere o aggirare. Secondo recenti dati dell’Eurispes, da un’indagine condotta nel 2008, le armi detenute legalmente nel nostro paese sono oltre i 10 milioni. Una su sei le famiglie armate, con una maggiore prevalenza in Lombardia e Piemonte. Parlando nello specifico di Napoli, i dati non sono del tutto veritieri, anche se, facendo una stima tra Napoli e provincia è emerso che circa 5,700 sono le persone che amano andare a sparare al poligono e che quindi posseggono un arma, un numero che bisogna triplicare, in quanto non tiene conto delle armi detenute illegalmente dalla malavita organizzata.
Norme più severe
Negli ultimi anni le norme per chiedere un regolare porto d’armi si sono fatte più complicate, ma a quanto pare non basta, vista la strage di Secondigliano o quella fatta al Tribunale di Milano poche settimana prima. Tuttavia, dal 4 maggio prossimo i detentori di armi dovranno presentare certificato medico. La legge dà comunque una scappatoia a chi non provvederà per tempo: la persona che riceve una diffida da parte dell’ufficio di Ps avrà un mese di tempo per presentare il certificato ed evitare le sanzioni.
Infine, sul problema “Armi legali a Napoli”, sul corrieredelmezzogiorno.it, è intervenuto anche il dirigente del Tiro a segno nazionale di Napoli, Marco Correra, perito balistico, consulente della Procura, il quale ha difeso gli iscritti al poligono: “I frequentatori della nostra struttura sono sportivi e quello che insegniamo anche ai bambini di 10 anni che appartengono alla leva giovanile dello sport del tiro a segno è che la armi sono attrezzi sportivi. Bisogna diffondere la cultura giusta: è la mente umana l’arma più pericolosa che possa esistere. Le scehde valutative potrebbero essere un validissimo aiuto, un direttore di tiro conosce e capisce chi frequenta la sua struttura. Da parte sua un controllo di questo genere sarebbe ipotizzabile, con la compilazione di schede valutative delle note generali e caratteriali dei frequentatori”.