Quarta tappa: Realtà e Finzione
Il mondo è un’invenzione? La base della scienza è nell’esperimento, insegnava Galilei, eppure l’esperimento è una distorsione della realtà. Non solo l’arte, ma anche la scienza si muove continuamente sul ciglio che separa il vero dal falso. Un confine che la rivoluzione digitale ha reso ancora più labile. A discuterne, nel corso del quarto appuntamento del ciclo “Arte&Impresa. Innovatori a Palazzo”, presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, Pasquale Arpaia, docente di Strumentazione Elettronica di Misura (Federico II) e associato di progetto “LHC” presso il Cern di Ginevra, Giovanni Caturano fondatore e presidente di SpinVector, software house sannita specializzata nello sviluppo di videogiochi, ambienti immersivi in 3D e life-size games, e Renato Lori, scenografo, docente di Scenografia presso Accademia di Belle Arti di Napoli.
Uno scenografo, uno sviluppatore di realtà virtuale e uno scienziato delle misure testimonieranno in che modo realtà e finzione siano due facce della stessa medaglia soprattutto per chi, per vocazione o professione, sia impegnato anche in ambiti diversi sulle frontiere dell’innovazione. E questa ibridazione di mondi e di saperi è infatti proprio lo scopo di “Arte&Impresa. Innovatori a Palazzo”, progetto promosso dalla Fondazione Premio Napoli e dall’Accademia di Belle Arti di Napoli in collaborazione con Kogito, impresa di comunicazione e cultura digitale.
“La base della scienza è nell’esperimento – spiega lo scienziato Pasquale Arpaia – eppure pochi considerano che, connessa al processo di produzione della misura, e quindi sotteso alla fruizione dell’esperimento a livello scientifico e tecnologico, è insita l’incertezza. Si giunge infatti in metrologia al paradosso concettuale che per pensare correttamente il reale si usa uno strumento di misura il cui funzionamento è intrinsecamente affetto da incertezza. Come dire, senza occhiali non vedo nulla, ma con essi introduco scientemente una distorsione nella visione”.
“Il rapporto di uno scenografo con il mondo – precisa lo scenografo Renato Lori – è continuamente a cavallo tra la realtà e la finzione. In teatro ogni oggetto reale, per entrare nel mondo della scenografia, deve essere trattato, scenografato appunto, altrimenti rischia di sembrare stonato all’interno dell’universo finto teatrale. In cinema la geografia della realtà cinematografica è data dall’accostamento in fase di montaggio deile location scelte dal vero o ricostruite. Molto spesso mi capita di entrare in un luogo e, immaginandolo come set di un film, di pensare: “questo posto potrebbe sembrare in un’altra città o in un’altra epoca”. In cinema non è importante cosa realmente è un posto, è importante quello che sembra”.
“Nei videogiochi, più che in ogni altro tipo di software – afferma Giovanni Caturano – l’arte e la tecnologia si parlano, si compenetrano e si confondono. È sempre più importante utilizzare questo stesso approccio in ogni ambito imprenditoriale: perché proprio dalla contaminazione di bellezza e sostanza può nascere una nuova leva per lo sviluppo.
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