Assalto al Pm. Storia di un cattivo magistrato di Luigi de Magistris (VIDEO)

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Assalto al PM è un libro pubblicato nel maggio 2010, il cui autore è Luigi de Magistris, coadiuvato da Marco Travaglio, il quale si è occupato della prefazione, e da Antonio Ingroia, autore della postfazione del medesimo libro.Assalto al Pm. Storia di un cattivo magistrato di Luigi de Magistris. Road Tv Italia ha mandato in diretta streaming l’evento di presentazione al Sottopalco del Teatro Bellini in collaborazione con la Marotta e Cafiero.

Assalto al Pm. Le vicende in Calabria

In appendice sono presenti i principali documenti e lettere inerenti le vicende del caso De Magistris. “Storia di un cattivo magistrato” apre ad uno scenario in cui insospettabili, organizzazioni criminali, colletti bianchi e borghesia mafiosa hanno collaborato nel raggiungimento di interessi personali commettendo reati nella Pubblica Amministrazione. Allora Luigi de Magistris era in Calabria, si occupava soprattutto dei reati che investivano la Pubblica Amministrazione, le cui indagini affrontate da quest’ultimo, andarono a coinvolgere esponenti politici, imprenditori locali e nazionali. Per queste sue indagini – le più salienti: “Why Not”; “Poseidone”; “Toghe Lucane” – il Pm De Magistris subì forti attacchi, ispezioni, interrogazioni parlamentari, fino a quando le stesse non gli furono sottratte e fu trasferito a Napoli (su richiesta di Angelino Alfano), lasciando le indagini incompiute, oltretutto, quest’ultime furono considerate legittime e fondate dalla Procura di Salerno.

“Assalto al Pm” racconta la storia di un uomo che ha commesso degli errori, di un uomo che ha dichiarato ed accettato i suoi errori, le sue debolezze e le sue piccole ingenuità, ma sempre in buona fede. Il caso De Magistris non può considerarsi isolato, non può considerarsi un fungo nel deserto, ma rappresenta uno dei tanti mali da dover estirpare nel nostro paese, un male addirittura da poter considerare incurabile: una continua lotta tra poteri forti visibile ai terzi, ai non omologati; un continuo provare ad estirpare le punte che emergono dal conformismo, dal servilismo e dalla mediocrità al ribasso.

Qualcuno può addirittura avere il folle pensiero, che tutto ciò sia da considerare come un caso isolato, i cui esiti, sono stati negativi solo per il Pm De Magistris: è qui che si commette uno dei più grandi errori. Mi spiego meglio. L’inchiesta “Poseidone” aveva ad oggetto gli 800 milioni di euro spesi in Calabria in dieci anni per depurare le acque del mare, soldi pubblici, i quali furono completamente rubati dai soliti affaristi e politici senza farsi scrupoli, l’esito, naturalmente fu devastante, le acque della Calabria erano sempre più sporche ed allontanavano l’unica fonte di salvezza: i turisti. E dunque, non solo la Calabria si trovò inginocchiata, ma la classe dirigente che aveva sperperato ed utilizzato in maniera impropria gli 800 milioni, rimase al proprio posto, mentre il magistrato che aveva osato indagare e pronunciare i loro nomi, fu costretto ad andare via.

La presenza di personalità forti, anticonformiste, nonché controcorrente, non deve incutere timore: queste personalità sono una garanzia, la stessa presenza della magistratura è una grande risorsa, ed è proprio non averla che è un danno per tutti. Più riusciremo a scovare questo sistema di malfattori, più accorceremo le distanze tra destra e sinistra in un unico partito di disonesti, in cui vige un servilismo giornalistico, più sarà possibile garantire delle individualità distanti da manovratori, ma obbedienti alla madre Costituzione.

Luigi de Magistris ha sempre detto: “Ho perso ma non mi sono perso”. In effetti la sua battaglia in magistratura l’ha persa, tuttavia, attraverso la lista di Antonio di Pietro, è riuscito a fare la differenza anche in Europa, attraverso i tanti voti di giovani, raccogliendo un enorme patrimonio di consensi, stima, credibilità, stimolando i molti ad avere ancora speranza. Il caso De Magistris è importante affinchè i magistrati possano compiere il proprio lavoro lontani da occhi indiscreti, liberi di poter indagare sia a sinistra che a destra senza dover chiedere il permesso a nessuno, a patto che la vicenda De Magistris non venga dimenticata, ma conosciuta, trasmessa e ricordata da tutti.

Bruna Di Dio