Le Assicurazioni del Nord non vogliono clienti napoletani?

Le Assicurazioni del Nord non vogliono clienti napoletani? Sentite cosa si è visto recapitare un cittadino napoletano ad una sua richiesta di preventivo

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Rc Auto, Napoli città con polizze più alte: a quanto ammonta una tariffa media

Le Assicurazioni del Nord non vogliono clienti napoletani? Il tema non è nuovo: sul fatto che le Compagnie Assicurative italiane (tutte del Nord Italia) non vedano di buon occhio i clienti meridionali e in particolare napoletani si sono già scatenate una serie di battaglie, combattute a colpi di dossier, esposti, interrogazioni parlamentari e perfino proposte di iniziativa popolare. I cittadini partenopei sono vessati dalle Assicurazioni e costretti a pagare tariffe anche triplicate rispetto ai connazionali abitanti in altre zone d’Italia. In particolare questa evidente e ancora irrisolta sperequazione si evidenzia nelle polizze obbligatorie per la responsabilità civile sulle automobili. Le compagnie assicurative a loro volta si giustificano affermando che si trovano costrette ad applicare tariffe maggiorate perché il numero di truffe e irregolarità tentati dai clienti meridionali è di gran lunga più numerosi e gravi.

Ecco un caso inquietante

Anche  al sottoscritto, come a tutti i napoletani, tocca pagare da anni tariffe assicurative da paura e fin qui niente di nuovo. La cosa che invece mi è capitata l’altro giorno, vorrei raccontarla perché credo sia molto esplicativa dell’approccio scoraggiante e tranchant delle Assicurazioni nordiche ed estere a noi terroni meridionali. L’anno scorso ho acquistato una macchina con un finanziamento e nell’offerta commerciale era previsto che il primo anno di assicurazione RCA fosse compreso nel prezzo. La compagnia assicurativa aveva un nome inequivocabilmente settentrionale e, come previsto in questi casi, il contraente della polizza era la società finanziaria della casa automobilistica ed il compratore (cioè io) il beneficiario. Quest’anno volevo rinnovare la polizza con la stessa compagnia, sperando di ottenere un trattamento favorevole, vista anche la mia buona classificazione (sono in quinta classe di merito). Ma si susseguono due inquietanti colpi di scena:

1) la compagnia assicurativa era stata acquisita da un’altra dal nome ancora più nordico, addirittura straniero

2) alla mia richiesta di un preventivo, ricevo, a distanza di giorni, questa apparentemente cortese mail:

Buongiorno,
con riferimento alla sua richiesta, le comunichiamo che la nostra società
opera in modo tradizionale e pertanto tramite un rete di intermediari
presente prevalentemente nelle regioni del centro-nord.

Ciò premesso, al fine di soddisfare velocemente le sue aspettative, la
invitiamo a contattare direttamente un nostro intermediario più vicino alla
sua provincia di residenza o a lei più comodo per la polizza di suo
interesse, sia per un preventivo sia per una stipula. L’elenco dei nostri
intermediari è facilmente consultabile nel nostro sito XXX
voce “Ricerca Agenzia” all’interno della voce di menu XXX

La sottoscrizione di tutti i nostri prodotti, può avvenire esclusivamente
presso le sedi delle nostre agenzie con la presentazione in originale di
tutta la documentazione necessaria per la stipula del contratto. Altre
forme di sottoscrizione non sono ammesse.

Secondo questa compagnia dunque, per sottoscrivere una polizza con loro dovrei contattare un agente nella provincia più vicina a Napoli (dato che operano “prevalentemente nel centro-nord”) quindi recarmi a Roma, portare fisicamente lì tutti i documenti e, forse, ottenere la mia in fondo immeritata e (per loro) rischiosissima polizza.

E le mail? E la firma digitale? E la posta certificata? E le compagnie che fanno tutto on line? E, soprattutto, le politiche per agevolare e facilitare i clienti?

Ecco, credo che questa lettera, dai toni così freddamente e burocraticamente cortesi, nasconda a fatica la repulsione e la diffidenza nei miei confronti, in quanto cittadino napoletano.

Non vi nascondo che la mia prima reazione, quando ho ricevuto la mail, è stata quella di contattarli e chiedere spiegazioni, poi mi sono fermato e ho capito che non c’era nulla da spiegare: era tutto fin troppo chiaro…