Bloccati a casa, privati del diritto all’istruzione per mancanza di fondi necessari per sovvenzionare le cooperative che si occupano dell’assistenza materiale dei ragazzi diversamente abili di Napoli. Che oggi si sono uniti, insieme alle loro famiglie, ai lavoratori in protesta davanti al Comune per denunciare la loro situazione. Da qualche giorno Roberto e Francesco, come tanti altri ragazzi, non possono andare a scuola, perché non c’è nessuno che li aiuti a mangiare e li accompagni in bagno. Road Tv Italia li ha intervistati. Ecco cosa ci hanno detto.
Comune Moroso.
Da 9 mesi circa il Comune non onora il suo debito nei confronti delle cooperative che si occupano dell’assistenza materiale scolastica e domiciliare. “La conseguenza di questa vicenda” ci spiega Roberto Valestra, della cooperativa Acca Parlante, “è che sono state licenziate già 100 persone, di cui 30 proprio oggi. Altri 50 operatori saranno licenziati entro il 15 marzo per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, 120 per l’assistenza scolastica”. Una situazione che di fatto costringe i genitori dei ragazzi disabili a tenerli a casa. Perché a scuola non c’è nessuno che si occupi di loro.
La testimonianza.
“Egregi signori, vogliamo denunciare che lunedì 17 febbraio 2014 alle ore 12,15, nostro figlio Roberto, di anni 15, frequentante la IC del Liceo Artistico Statale SS. Apostoli, lamentava dolori di pancia in quanto necessitava essere condotto in bagno. Nostro figlio è gravemente disabile, ma è autonomo: ha ‘solo’ la necessità di non cadere recandosi alla toilette e di essere ascoltato”. Inizia così la lettera che due genitori disperati hanno inviato alla dirigente dell’Istituto, al direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Diego Buscè e a Tony Nocchetti, presidente dell’onlus Tutti a Scuola. La storia raccontata ha un triste epilogo: in mancanza dell’assistenza materiale, Roberto non ha potuto raggiungere il bagno, e quando i genitori sono arrivati, chiamati dall’insegnante di sostegno, l’hanno trovato sporco, abbandonato in un corridoio del secondo piano, e mortificato per l’accaduto che, nonostante la sua disabilità, Roberto è perfettamente in grado di comprendere. Una situazione insostenibile, che nega ai ragazzi diversamente abili il diritto a un’istruzione paritaria.
L’iniziativa.
Una situazione che ha spinto la preside del Liceo Artistico Statale SS. Apostoli frequentato da Roberto ad inviare una lettera ai genitori dei ragazzi disabili, per comunicargli la sospensione del servizio di assistenza materiale a partire dal 15 febbraio. E ipotizzando due possibili soluzioni: la presenza fissa di un familiare accanto all’alunno per sopperire ai suoi bisogni materiali o l’autofinanziamento, cioè l’utilizzo di un assistente privato. Che però molti genitori non possono permettersi. E che comunque sarebbe incostituzionale.
Diritti negati.
“Purtroppo entrambe le proposte della dirigente sono incostituzionali” spiega Tony Nocchetti. “Vengono così negati a tutti i loro diritti fondamentali. Ai ragazzi il diritto all’istruzione, ai lavoratori il diritto al lavoro”. “Adesso il Comune ha due strade” spiega Roberto Valestra. “Interloquire direttamente con i vertici di Banca Prossima e Banca Etica – che in questi mesi hanno fatto da garanti al Comune di Napoli pagando gli stipendi agli operatori – e dare garanzie per un rientro dal debito contratto dalle cooperative; oppure fare pressione sulla Regione per sbloccare i fondi ‘non-autosufficienza’ che peraltro la Regione non co-finanzia dal 2008“, venendo meno quindi nella sua delega alle funzioni socio-sanitarie. Intanto a farne le spese sono soprattutto i ragazzi. Che oggi, come ieri e come domani, non potranno andare a scuola perché privi dell’assistenza materiale. Anche se a loro, come a Francesco, che frequenta la II liceo, la scuola piace tanto. E non vedono l’ora di tornarci