A Palazzo Reale e fino al 31 gennaio 2015 la Biblioteca Nazionale di Napoli celebra la storia del più grande geografo e cartografo europeo del XVIII e XIX secolo, il padovano Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, con la messa in mostra di alcune delle 32 pagine del primo Atlante geografico italiano, ovvero quello del Regno di Napoli.
La Mostra conclusiva del bicentenario della morte del geografo Rizzi Zannoni a Palazzo Reale ricorda il primato scientifico delle Due Sicilie
Come allievo della scuola galileiana Rizzi Zannoni dopo aver frequentato l’Università di Padova al seguito di Giovanni Poleni, professore di una delle prime cattedre di Fisica Sperimentale d’Italia, prosegue le proprie ricerche astronomiche, geografiche e cartografiche in tutta Europa, dalla Francia alla Turchia e alla Russia. Il battesimo del fuoco a una delle più straordinarie carriere scientifiche d’Europa è la Polonia, dove il re Augusto III gli commissiona una carta geografica dell’intera Polonia. Questa al suo compimento fu definita la migliore cartina mai confezionata del regno polacco. A questo primo successo ne seguirono altri tra cui quelli del 1756, anno in cui si trasferì in Svezia e Danimarca.
Rizzi Zannoni cartografa la Polonia, parte della Germania, della Danimarca e della Repubblica veneziana
In quest’ultima gli fu commissionata la misurazione geodetica dei possedimenti danesi della contea di Oldenburg e di Delmenhorst. Nel 1757 lavorò nella Germania prussiana di Federico Il Grande, ma, in seguito alle traversie della Guerra dei 7 anni fu fatto prigioniero dai francesi e condotto a Parigi, dove rimarrà per 20 anni. È a Parigi che Rizzi Zannoni ottiene l’incontro che gli varrà la gloria storica e cioè quello con il Segretario di Ambasciata del Regno di Napoli Ferdinando Galiani. Qust’ultimo lo invitò più volte a trasferirsi a Napoli e con il patrocinio del re Ferdinando IV di Borbone realizzò il suo più inestimabile capolavoro.
L’Atlante geografico terrestre e marittimo del Regno di Napoli del 1812
Successivamente a un breve soggiorno nelle terre padovane della Repubblica di Venezia nel 1776, anno in cui abbozzò quella che sarebbe dovuta essere la prima carta geografica generale d’Italia sulle basi astronomiche della geodesia, nel 1781 giunse nel Regno di Napoli in seguito alla proposta di re Ferdinando IV di rivedere e aggiornare la carta del Regno del 1769. Con l’appoggio del Ministero degli Affari esteri e di Casa Reale Beccadelli della Sambuca e del Segretario di Guerra, Commercio e Marina John Acton, convinse il re della necessità di un totale accantonamento della Carta geografica del 1769, per disegnarne una nuova sulla base di più moderni e galileiani fondamenti. Nel giro di 30 anni Giovanni Antonio Rizzi Zannoni elaborò in 32 fogli l’Atlante geografico terrestre e marittimo del Regno di Napoli e nel 1812 lo consegno alla storia.
Il Meridiano “o” del Regno delle Due Sicilie
La cattedra di idraulica a Parigi e la carica di primo direttore del Real Officio Topografico a Napoli gli valsero gli onori europei, che la Mostra a Palazzo Reale descrive didascalicamente e con spiegazioni efficaci. Per narrare la storia dell’Atlante geografico del Regno di Napoli e del suo autore è stato scelto l’evento del Meridiano Zero del Regno delle Due Sicilie, il quale fu tracciato dal padovano sulle altezze del maschio nord della fortezza del Castel Sant’Elmo.