Si chiuderà con la camera di consiglio del prossimo 28 luglio la querelle legata alla presidenza del consiglio dell’ordine degli avvocati di Napoli Nord.
Si chiuderà con la camera di consiglio del prossimo 28 luglio la querelle legata alla presidenza del consiglio dell’ordine degli avvocati di Napoli Nord. Il Tar ha accolto l’istanza del presidente Francesco Castaldo presentata dall’avvocato Renato Labriola con la quale ha riconosciuto la non contestualità delle dimissioni di undici consiglieri dell’ordine avvenute nell’arco temporale di una decina di giorni. A riportare la notizia il sito casertafocus.net, che ricostruisce la vicenda: “A dimettersi in momenti differenti, tra il 9 e il 20 luglio 2021, in ordine di tempo sono stati gli avvocati Rosario Auletta, Annunziata Caterino, Luigi D’Antò, Generoso Di Biase, Rosa Cesaro, Antonia Di Costanzo, Maria Dolores Di Micco, Giuseppe Landolfo, Anna Maisto, Clorinda Maisto e Gianfranco Mallardo così come risulta dalle Pec giunte al consiglio dell’Ordine.
Tale procedura determina secondo l’istanza dell’avvocato Labriola il subentro dei primi dei non eletti, attraverso una procedura automatica di scorrimento della lista, e non la decadenza del consiglio dell’Ordine in quanto proprio il consiglio, secondo il regolamento del Coa, non ha competenze in questa materia.
Ed è su questo punto che scatta l’inghippo.
Il ministro Cartabia ha emanato un decreto di scioglimento del consiglio dell’Ordine di Napoli Nord che secondo Labriola è da ritenersi nullo anche in considerazione del fatto che lo stesso Tar riconosce la non contestualità delle dimissioni e, quindi, di fatto certifica la possibilità dei subentri dei primi dei non eletti che, quindi manterrebbero in vita il consiglio.
Nella sua istanza l’avvocato Labriola chiarisce come «la funzione del Consiglio nei confronti dei subentri è dichiarativa , a differenza della surroga in cui c’è bisogno che l’assemblea di cui fa parte il surrogante lo dichiari con effetto costitutivo». Il professionista casertano spiega «che si tratti di una presa d’atto, che quindi ha natura dichiarativa e mai può averla costitutiva», sottolineando come questa fattispecie venga confermata anche dal «Consiglio Nazionale Forense a pag. 2 della delibera n. 42 contenuta nell’estratto del verbale n. 45-a, relativo alla seduta amministrativa del 27 luglio 2021 dove afferma che nella seduta del 20 luglio 2021 ivi compresa la presa d’atto del subentro dei Consiglieri risultati primi dei non eletti, prevista dall’art. 16 lex 113/2017”».
Ma quali sono gli scenari che si potrebbero venire a creare dopo la camera di consiglio del 28 luglio.
Se dovesse essere confermato lo scioglimento ignorando la non contestualità delle dimissioni e quindi annullando i subentri, il ministero dovrebbe nominare un commissario che avrebbe il compito di convocare le elezioni.
Gli avvocati di Napoli Nord si potrebbero trovare ad eleggere un consiglio che resterebbe in carica solo pochi mesi, in quanto la normativa delle elezioni del consiglio dell’ordine dice che, a prescindere va completato il quadriennio che, nel caso specifico scadrebbe a dicembre.
Chiusa questa coda di mandato, gli avvocati dovrebbero ritornare al voto per eleggere poi il consiglio che resterebbe in carica per i successivi quattro anni.
Nel caso in cui, invece, dovesse essere accolta in toto l’istanza di Labriola e del presidente, sarebbe Castaldo a completare il quadriennio e a portare il consiglio a nuove elezioni.”
fonte: casertafocus.net