“Bagnoli jungle” è il nuovo film di Antonio Capuano e sarà l’evento di chiusura della Settimana della Critica. “Mi pongo in un’ottica del tutto diversa dai miei colleghi. Non voglio girare film fatti bene, per me è oleografia. È cinema vecchio. Non mi piace l’inquadratura perfetta, fa percepire la presenza dell’artificio“, afferma il regista.
“Bagnoli jungle – prosegue Capuano – è un film graffiato, imperfetto, come lo era ‘Polvere di Napoli’, mentre il mio primo ‘Vito e gli altri’ era più un disegno a carboncino“. E cosa prova e pensa il regista in merito alla sua ultima opera? “Non so, mi fa piacere quello che mi hanno detto quando hanno scelto il film, cioè che sono un eterno debuttante. Per me è proprio così. Ci tengo a non perdere la freschezza e a ricominciare ogni volta daccapo. Magari dopo lunghi periodi di invisibilità“.
“Bagnoli jungle”: il racconto di tre generazioni
Tre sono le generazioni raccontate: Antonio Casagrande veste i panni di un ex operaio dell’Italsider patito di calcio. Suo figlio, Luigi Attrice, “vive” tra furti nelle auto e giri di trattorie. In ultimo, il garzone di una salumeria, interpretato da Marco Grieco. “I tre personaggi insieme – racconta il regista – compongono il finale. C’è una camminata conclusiva dentro l’Italsider con il padre sulla sedia a rotelle”.
Parla di Bagnoli Capuano, di ciò che era, della sua speranza per il futuro: “Bagnoli era un’altra cosa. Oggi è una landa abbandonata, una steppa. Un tempo qui c’è stato un tessuto sociale fatto di partecipazione, di civiltà, di speranza nel progresso. È un destino infame”. E prosegue “Il mio sogno per Bagnoli è una selva di alberi fin sopra il mare. Un parco giardino di quelli che qui a Napoli ce li sogniamo proprio. Noi detestiamo il verde. Ecco, questa è la mia utopia per Bagnoli, un grande giardino fino alla spiaggia enorme e libera“.
“Bagnoli jungle”: la grandezza di Antonio Casagrande
Grandi attori nel film prodotto dalla eeskimo di Dario Formisano, grandi nomi per “Bagnoli jungle”, come quello di Antonio Casagrande “Casagrande è straordinario, certi attori quando invecchiano sono incredibili… come lui. Alcune scene girate con lui da solo in casa sono secondo me fortissime. Poi vedrete voi“.
Ma, “Bagnoli jungle” che tipo di film è o vuole essere? “È un lavoro che rappresenta un grande dolore, la ferita di una città. Fino agli anni Novanta sembrava che Napoli potesse avere un futuro, ora non so. Il mio film l’ho fatto per protesta o per intuito ma più probabilmente per legittima difesa“.