La colmata di Bagnoli sarà rimossa completamente e nessuno degli abitanti tuttora residenti sarà deportato. Sono le due rassicurazioni ufficialmente alla stampa dal Commissario Salvo Nastasi e dall’Ad di Invitalia, Domenico Arcuri, al termine della prima conferenza dei servizi tenutasi nella prefettura partenopea. Arcuri definisce “illazioni a mezzo stampa” le parole del sindaco di Napoli de Magistris che aveva detto che gli abitanti del borgo di Bagnoli rischiavano di essere deportati e smentisce inoltre, che i timori – avanzati dall’assessore all’Urbanistica del Comune di Napoli, Piscopo – su una rimozione parziale della colmata siano fondati: “potete leggere sul sito il piano. Citiamo la rimozione totale della colmata su tantissime pagine. Semplicemente a pagina 173 (citata dall’assessore, ndr) citavamo l’esempio di Barcellona dove la colmata è stata rimossa solo parzialmente. Ma noi non utilizzeremo l’esempio catalano”.
Renzi su Bagnoli: “Fummo accolti con urla e sassi, oggi conferenza dei servizi vota progetto all’unanimità”
“Ricordate il piano per Bagnoli? Ricordate che fummo accolti con urla, sassi e proteste e che il Comune di Napoli parlò di esproprio del Governo che voleva mettere le mani sulla città? In conferenza dei servizi il Governo ha ufficializzato il progetto presentato in prefettura e tutti (compreso il Comune!) hanno approvato all’unanimità. Perché con gli slogan sono tutti bravi, poi c’è la realtà che è molto più seria e bella. Avanti tutta: Bagnoli sarà un altro simbolo dell’Italia che si sblocca”. Lo scrive il premier Matteo Renzi.
Bagnoli, Comune di Napoli. “Ok al piano atto dovuto, ma restano le preoccupazioni”
Per il Comune di Napoli, nel frattempo, l’ok al piano, “è un atto dovuto visto che l’Amministrazione sta chiedendo da anni al Governo di procedere alle bonifiche ed è solo l’inizio delle operazioni di bonifica per arrivare a una diagnostica”. Tuttavia, dall’amministrazione partenopea emergono “preoccupazioni” rispetto alle procedure di esproprio che sono state fatte partire nei confronti di abitanti “non solo di Borgo Coroglio ma anche di altre aree più diffuse”.