Una partita speciale, al di là di tutto. Per Rafa Benitez Napoli–Inter evoca tanti ricordi: alcuni buoni, come i due titoli conquistati, altri un po’ meno, come i rapporti difficili con qualcuno dell’ambiente, che a volte non consentiva all’allenatore di lavorare come voleva. A Napoli invece, le cose sono andate diversamente: “Qui dal primo giorno ho capito cosa vogliono i tifosi, cosa vuole l’ambiente e la gente ci aiuta”.
A scuola si chiude il primo quadrimestre, tempo di voti: non per il mister spagnolo, che rifiuta qualsiasi valutazione al mercato della sua squadra. “I voti? Si danno alla fine”, chiarisce Rafa, “il mercato è andato bene fino ad oggi. Parlare di un giocatore prima di vederlo per 15 partite è prematuro. Dopo una partita non si diventa né il migliore né il peggiore del mondo. Dal punto di vista della squadra, ho parlato tanto di Bigon, siamo in sintonia, qualche volta va bene, lo facciamo bene e vinciamo le partite”.
“Noi abbiamo un’idea”, prosegue l’allenatore, “lavoriamo con questa idea, così si arriva al risultato. Adesso la gente si esalta, ma noi dobbiamo restare calmi, la prossima sarà una gara difficile. Cambiare i giocatori è possibile perché tutti sanno quello che devono fare. Qualche punto l’abbiamo perso per strada, dobbiamo concentrarci per il futuro. Il turn over è la strada, prima con Insigne–Mertens, ora con Callejon–Gabbiadini, Strinic–Ghoulam. Inler, Henrique e Jorginho sono sicuro che torneranno al livello che hanno e che potranno far bene.
Il tecnico dell’Inter, Roberto Mancini, sta forse vivendo uno dei periodi più difficile della recente storia nerazzurra. Benitez ci è passato anche lui, all’alba di quel day-after triplete che sembra durare fino ad ora. ” Dell’Inter ricordo due titoli e tanti amici”, taglia corto Benitez, “Mancini è un allenatore di livello, di prestigio, in campionato non sarà facile per loro arrivare al loro obiettivo, quindi ci metteranno più impegno in Coppa. All’Inter un professionista non poteva fare il proprio lavoro, qui dal primo giorno ho capito cosa vogliono i tifosi, cosa vuole l’ambiente, ma ho dei bei ricordi del mio periodo a Milano”.
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