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Bianchi: “Napoli come Merckx, altri per secondo posto”

Ottavio Bianchi, allenatore del primo scudetto del Napoli, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, su Napoli-Roma di ieri sera.

“È stata una partita vera, con dei valori agonistici e tecnici elevati. Vedere il Napoli in questa situazione è inedito, un campionato così anomalo non c’è mai stato. Il Napoli non sta facendo bene, benissimo in tutti i sensi. Si vede subito una squadra quando ha voglia di vincere: escono i migliori ed entrano gli altri altrettanto bravi e fanno la differenza. È un bellissimo collettivo e ogni tanto qualcuno ci mette del suo.Nessuno è statico, è davvero un bel vedere”. Così Ottavio Bianchi, allenatore del primo scudetto del Napoli, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, su Napoli-Roma di ieri sera.

Il Napoli può puntare alla vittoria della Champions League? “Secondo me sì. C’è stato un calo di condizione di tutte le squadre straniere. Era prevedibile, gli outsider arrivano sempre dopo i Mondiali. Quest’anno poi la Coppa del Mondo ha fermato i calendari e la preparazione e si vede la fatica che fanno Real Madrid, Liverpool e Paris Sant-Germain. Il Napoli ha avuto anche la fortuna di non avere tanti giocatori al Mondiale. Ma questo non diminuisce il suo valore: non c’è neanche una piccola ombra sulla conduzione dell’allenatore e della società. Come quando correva Merckx al Giro, gli altri giocano per il secondo posto”.

Osimhen e il paragone con Careca: “Non possono esserci questi paragoni. Careca – ricorda Bianchi – giocava in un settore limitato, con le sue caratteristiche fisiche non poteva fare il lavoro che fa ora Osimhen. Lui lo trovi da tutte le parti, sembra che per lui lo spazio non esista, è il vero giocatore moderno. Careca invece era un giocatore di quel tempo, aveva la necessità di avere vicino di giocatori che sapevano dare del tu al pallone”.

Caso Zaniolo: “Adesso – aggiunge l’ex tecnico di Napoli e Roma – un giocatore è un’azienda che fattura tanti soldi, è un capitale per la società. Non ci sono più i giocatori che vivono la storia della società per tutta la vita, adesso è una questione prettamente economica, dove gli interessi devono andare da tutte le parti. Non fa bene a nessuno avere un problema in casa e non fa bene alla società perdere dei soldi per impuntarsi. Non c’è più tempo per avere questi sentimentalismi”.

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Redazione Desk

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.

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