Bibliomediateca Ethos e Nomos: “Un giorno per la memoria” – Incontro con i parenti delle vittime innocenti di mafia

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Un giorno per la memoria: presentazione venerdì 28 maggio

Il giorno 25 marzo, presso la sede della Bibliomediateca Ethos e Nomos del quartiere Vomero di Napoli, si è tenuto un incontro incentrato sul libro “Un giorno per la memoria”.

Il giorno 25 marzo, presso la sede della Bibliomediateca Ethos e Nomos del quartiere Vomero di Napoli, si è tenuto un incontro incentrato sul libro “Un giorno per la memoria” scritto da ventotto autrici e autori che hanno fatto riferimento ad altrettante ventotto vittime della criminalità organizzata e mafiosa.

Questo libro è stata promosso e curato da Anna Copertino, una giornalista instancabilmente impegnata sul fronte della lotta alle mafie e alle violenze di ogni genere. Una persona che fa davvero onore al giornalismo. A un giornalismo che prova a scavare, a illuminare tutti i fenomeni che generano violenze fisiche e morali.

Se si considera che in Italia abbiamo il più alto numero dell’ intero Occidente di giornalisti sotto scorta, e conseguenzialmente di giornalisti minacciati in ogni modo, abbiamo la prova evidente che evidenziare, rendere pubblico il malaffare, le relazioni scellerate con il crimine mafioso, dà enormemente fastidio ai poteri criminali che amano operare in silenzio, al riparo da una opinione pubblica informata sui fatti illegali.

Inoltre, dimostra che non sono solo parole, ma che le parole sono mondo, identificano la realtà, misurandone la consistenza, e nel nostro caso, la efferatezza.

All’incontro citato, erano presenti la professoressa Marisa Lembo Gatti e il Dottor Giustino Gatti, gestori della Biblio-mediateca, la professoressa Gianpaola Costabile, una insegnante che, nell’ ambito della sua professione, si attiva molto per diffondere tra i suoi allievi una consapevolezza volta al rifiuto delle illegalità, la professoressa Angela Procaccini, la menzionata Anna Copertino e l’autore di questo articolo.

Angela Procaccini è la mamma di Simonetta Lamberti, uccisa a undici anni durante un agguato diretto al padre, il Sostituto Procuratore Alfonso Lamberti.

Ascoltare questa donna è una esperienza davvero lirica, perché non ha mai parole di risentimento, né tanto meno di odio ma trasmette parole e sentimenti di speranza, di capacità nella lettura degli esseri umani che sono tutti attraversato dal male e dal bene. Quindi, la fatica sta nel far prevalere in ciascuno di noi e negli altri i sentimenti migliori, quelli rivolti soprattutto a recuperare in pieno l’empatia.

La dolcezza di Angela Procaccini, non disgiunta da una profondità del suo pensiero, ti colpisce immediatamente, se si pensa alla tragedia che l’ ha colpita. Lei, invece, l’ha elaborata e sta provando quotidianamente a mettere in piedi esperienze di tutti i tipi per riuscire a diffondere una cultura del dialogo, dello scambio di emozioni e di pensieri con un particolare riferimento alle nuove e nuovissime generazioni, perché ferite profonde come quella di cui la Procaccini è rimasta direttamente e drammaticamente coinvolta si risanano solo nella misura in cui non si ripetano.

Ho avuto modo di ascoltare diverse volte la mamma dell’agente di Polizia Roberto Antiochia, Saveria, rimasto ucciso perché provò a fare scudo al Vicequestore Nino Cassarà. Anche lei era una donna dolcissima e profondamente umana ( purtroppo, ci la lasciato qualche anno fa) e ho trovato una forte similitudine tra le due donne così tragicamente provate, ma che sono diventate una risorsa e un punto di riferimento per coloro che si battono contro le mafie.

Il libro “Un giorno per la memoria” ha un enorme merito, perché i racconti di cui è composto costituiscono una testimonianza vivida, piena di sentimenti, di cosa è il risultato barbaro della criminalità: la morte violenta di tante e tanti, nonché il dolore dei familiari, dei congiunti, degli amici delle persone scomparse a causa dell’ esercizio di un potere violento.

Io penso che questo libro poteva essere ideato solo da un pensiero femminile, ossia un pensiero che trascende dalla fredda razionalità e che si focalizza sui sentimenti. Infatti, cosa saremmo noi esseri umani se non fossimo abitati dai sentimenti, ma solo dalla ragione?

La esternazione del dolore privato sta producendo, ormai da diversi anni, un importante risultato, perché responsabilizza tutte, anche coloro che non sono stati colpiti direttamente dalla criminalità.

Il diritto di coloro che sono stati uccisi si trasforma nel dovere di chi è rimasto di ricordarli, ma ricordarli non solo citando i loro nomi, ma impegnandosi, ognuno nel proprio ambito, a fare in modo che prima o poi cessino queste violenze. Cessi lo strapotere e l’ arroganza criminale.

Ogni Paese moderno ha un tasso di violenza fisiologica, invece, l’ Italia, a causa della presenza delle mafie, la violenza ha assunto caratteri patologici, pur considerando che i numeri di omicidi per mafia sono fortemente calati, in quanto le organizzazioni mafiose, in questa fase storica, preferiscono muoversi in modo più silenzioso per non allarmare l’ opinione pubblica. È avvenuto un cambio di strategia rispetto a quella corleonese che è stata una delle maggiori cause di una disarticolazione profonda di Cosa Nostra. Ma certamente, se fosse ritenuto necessario per la propria sopravvivenza, non è da escludere una recrudescenza delle manifestazioni violente da parte dei poteri criminali.

Ecco perché è necessaria una vigilanza attiva di tutte tutte le donne e gli uomini di buona volontà, ed ecco perché sono necessari libri come quello di “Un giorno per la memoria”.