Una biblioteca intitolata a Simonetta Lamberti. Vittima innocente della camorra

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Una biblioteca intitolata a Simonetta Lamberti.
Vittima innocente della camorra

Una biblioteca intitolata a Simonetta Lamberti. Vittima innocente della camorra“Un percorso di legalità tra mare e sogno”

VIDEO: All’ Istituto Nautico Duca degli Abruzzi, di Bagnoli c’è stata l’intitolazione della biblioteca alla piccola Simonetta Lamberti, la prima vittima innocente della camorra.

Aveva solo undici anni, al piccola SImonetta quando, dopo una giornata trascorsa con il padre il giudice Alfonso Lamberti, allora Procuratore capo della Repubblica di Sala Consilina, fu freddata da un proiettile, che dopo aver ferito il padre, terminò la sua traettoria nel cranio di Simonetta.

Ancora oggi non vi è un vero colpevole, il sostituto procuratore della Procura antimafia di Salerno, oggi a distanza di ventinove anni, ha riaperto il caso, dopo loe dichiarazioni di un pregiudicatodi Nocera.

Angela Procaccini, mamma di Simonetta, ancora oggi si commuove al ricordo della figlia, “perchè niente di quella figlia bambina si è dispersa negli anni”, in un dignitoso dolore insieme all’altra figlia Serena Lamberti, che tanto ha fatto affinchè Simonetta non fosse dimenticata. Due donne, fortissime e fragili assieme, che tanto combattono per far emergere la verità, perchè venga fatta luce, perchè non sia l’ennesimo delitto impunito, perchè troppo spesso, la mano criminale non è solo quella che imbraccia le armi, ma sono anche quelle delle istituzioni, della politica.

La biblioteca del mare, è stata intitolata a Simonetta, scelta giusta per una piccola a cui piaceva il mare ed i libri.

Sono intervenuti alla manifestazione: il Procuratore capo Giandomenico Lepore, il Dott. Rosario Cantelmo della DDA Napoli, Lorenzo Diana Presidente Nazionale della rete per la legalità, Paolo Siani Prersidente della fondazione Polis, il Giudice Roberti Franco, l’attrice teatrale Tina Femiano, Maria Franco scrittice e docente presso l’IPM di Nisida e Mario Gelardi regista teatrale e scrittore. Ha coordinato l’avv. Eliana Iuorio del Movimento “Contro le mafie“.

Si é discusso del dolore delle famiglie delle vittime innocenti, di come sia importante la vicinanza dello Stato, alle famiglie di questi, perchè si hanno grandi responsabilità, soprattutto, quando la giustizia, non ha fatto il proprio corso, come nel caso di Simonetta,  e non è riuscita ad assicurare un colpevole che paghi per l’orrore commesso.

Una voglia di giustizia, che non sia solo vendetta, ma affermazione della legge, affermazione di poter vivere un giorno in un paese migliore.

“Intitolare la biblioteca a Simonetta Lamberti, non è solo un’ atto dovuto, ma è qualcosa che deve portare ad un cambiamento reale, lo sguardo, gli occhi enormi di Simonetta ci devono inquietare, perchè se ciò non è, allora c’è qualcosa che non va”, ha detto Enrico Tedesco della fondazioen Polis.

Impariamo ad indignarci, al ricordo di vittime innocenti come Simonetta Lamberti,  Giancarlo Siani, Silvia Ruotolo, Mena orlando e tantissime altre, forse, indignandoci  riusciremo a trovare la forza per ribellarci alla camorra, senza chinare il capo, come fece il palermitano Notarbartalo Emanuele nel 1873, prima vittima della mafia, che rifiuto di colludersi con questa.

Guardare gli occhi di Angela, ascoltarla quando parla di Simonetta e del suo ultimo giorno vissuto, si vede e percepisce tanto amore, ma anche dolore, per una figlia resa eternamente bambina.

Non dimentichiamo le vittime, perchè la società civile siamo noi, noi che viviamo la vita di tutti i giorni.

Come scriveva Italo Calvino “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che frmiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” (da Le città invisibili)

Anna Copertino