Un “parcheggio per biciclette private” proprio a ridosso della facciata della chiesa di Sant’Angelo a Nilo. Un’installazione sgradita, quella di una delle 9 ciclostazioni per il Bike Sharing (GUARDA LE FOTO) che partirà presto in città, che deturpa l’armonia architettonica e sottrae spazio alla piazzetta. Gabriele Casillo, presidente dell’Associazione Corpo di Napoli, da oltre un anno impegnata nella riqualificazione di piazzetta Nilo, non ha dubbi: quegli stalli sono un vero e proprio obbrobrio. Che la sua associazione, da sempre in lotta per riconvertire piazzetta Nilo in un punto di accoglienza e di incontro per napoletani e stranieri, in cui riscoprire l’arte, la cultura e la musica partenopee, non intende davvero accettare.
“Ci chiediamo come la Soprintendenza ai Beni Culturali, sempre solerte nell’impedire la collocazione nelle piazze del sito UNESCO, di pur rimovibili tavolini ed ombrelloni, abbia potuto rilasciare un’autorizzazione all’occupazione di una così vasta area della storica Piazzetta Nilo, da parte di una struttura stabile, invasiva e così aderente alla facciata della famosa chiesa di Sant’Angelo a Nilo!” tuona Casillo in una accesa lettera di protesta. La ciclostazione, installata in questi giorni nella storica piazzetta, trasformerebbe nuovamente la piazzetta, faticosamente liberata da auto e motorini, in un parcheggio, seppure “ecologico”. Un ingombro tale da non permettere, spiega Casillo, lo svolgimento delle iniziative artistiche e musicali già programmate per settembre.
“Ci eravamo battuti per liberare la piazza, riconvertirla in uno spazio degno del centro antico, avevamo avviato accordi e iniziative con le piccole imprese della zona” commenta Casillo. Tutto tempo sprecato. “Ci eravamo illusi di poter contare sulle buone intenzioni dell’Amministrazione Comunale di voler cambiare, in chiave di accoglienza turistica, la mentalità ancora imperante circa la vocazione del Centro Antico ma ci eravamo sbagliati”. Oggi, l’installazione della ciclostazione, vissuta come una “mazzata” da residenti della zona e attivisti dell’associazione Corpo di Napoli. “La pur lodevole iniziativa del bike sharing, cozza, con l’installazione proprio in questa piazzetta, con la necessità di investire nel turismo culturale ed anche con la tutela delle radici storiche quando subito a ridosso della preziosa Cappella Brancaccio (custode di un famoso Donatello), già Sedile del Nilo, viene impiantata una stazione composta di più stalli ed addirittura di un antiestetico palo metallico provvisto di una ancora più antiestetica scatolona che interrompe il continuum architettonico della chiesa rinascimentale! Probabilmente” conclude amaramente il presidente dell’associazione “la modernizzazione della città antica rientra in un a noi incomprensibile progetto di sradicamento e di omologazione con altre località con minor retaggio”.
Insomma, sembra che stavolta, sul terreno del centro antico di Napoli, la tutela dei beni architettonici e le politiche ecologiche e ambientali siano destinate allo scontro.