Bimbo autistico escluso dalla recita di Natale, mamma: non voglio più vedere quella scuola

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Le parole della mamma del bimbo autistico di cinque anni escluso dalla rappresentazione natalizia della scuola privata di Afragola

Domani non andremo alla recita di Natale, assolutamente no. Con quella scuola non vogliamo avere più niente a che fare, non la voglio più vedere“. Parla così la madre di Andrea (nome di fantasia), il bimbo di 5 anni affetto da iperattività regressa con ritardo cognitivo e sospetto autismo, escluso dalla rappresentazione natalizia della scuola privata di Afragola (Napoli) che frequenta da gennaio scorso. La vicenda è nata con la scoperta, sul gruppo Whatsapp delle mamme dei compagni di classe, che suo figlio era stato escluso dalla manifestazione e che la maestra si sarebbe riservata la scelta dopo un confronto con lei. Una scelta che ha mandato su tutte le furie la famiglia del bimbo, decisa ad iscrivere Andrea in un’altra scuola già a gennaio, mentre nel frattempo non parteciperà in alcun modo alle iniziative scolastiche legate al Natale.

 

Bimbo autistico escluso dalla recita: “cambierà scuola”

“Due giorni fa – racconta ancora la donna – ho ricevuto il messaggio di una maestra nel quale diceva che Andrea deve fare la foto di Natale, perché la settimana prima non era riuscita a fargliela. Non gli hanno neanche scattato la foto di Natale, quindi davano già per scontato che non avrebbe partecipato, ora invece dicono che avrebbero deciso solo dopo un incontro con me. Intanto, però, la quota simbolica per comprare dolci, pizzette e patatine l’avevamo versata, senza che nessuno ci dicesse nulla“.

Per i genitori di Andrea quella della mancata partecipazione alla recita di Natale è la classica goccia che fa traboccare il vaso: “Da gennaio in poi – spiega la mamma – in più occasioni siamo rimasti molto scontenti di come si sono comportati con il bimbo. Una volta l’abbiamo trovato sporco e la maestra ci ha spiegato di aver finito i fazzoletti per pulirlo, in un altro caso abbiamo notato dei graffietti e morsetti sulla pelle, chiari segni di normalissimi confronti tra bimbi. Quella volta la maestra ci disse che nostro figlio era diventato autolesionista, con nostro grandissimo spavento. E’ bastato andare dal medico perché quest’ultimo ci confermasse che non si era procurato quei graffietti da solo“. Sulla vicenda sono già al lavoro gli ispettori dell’Ufficio scolastico regionale della Campania, che cercheranno di far luce su quanto avvenuto, a partire dalle eventuali responsabilità della scuola.