La rabbia sui social dopo la morte del bimbo di sette ucciso a Cardito, in provincia di Napoli. La condanna dei cittadini verso Tony Essobdi Bedr.
“Munnezz! Padre? E che conosci la parola padre? Tu sei il diavolo in persona“, “come può un padre fare questo? Anche se non erano i suoi figli è sempre un padre…sono senza parole, povero angioletto“. E ancora: “Aspetto con ansia che in carcere ti abboffino di mazzate“. Sono commenti carichi d’odio quelli riversati sui social nei confronti di Tony Essobdi Bedr, il 24enne fermato con l’accusa di aver ucciso il bimbo di 7 anni della compagna e di aver picchiato la sorellina di 8 a Cardito, in provincia di Napoli. L’uomo, fermato per omicidio volontario, avrebbe picchiato con la scopa il piccolo, anche alla testa, tanto forte da massacrarlo.
Tragedia a Cardito, insulti e odio verso il Tony Essobdi Bedr
Sulla pagina Facebook del 24enne non si contano gli insulti. Molti commentano in particolare un post pubblicato due anni fa dal giovane in cui si dice “orgoglioso di essere un ottimo padre presente“. “Ti definisci pure un ottimo padre? Credo nella giustizia dei carcerati, visto che non credo nella legge italiana” scrive un utente, mentre qualcuno gli augura “di soffrire le pene dell’inferno“. “Non sei degno di essere chiamato papà” tuonano in molti. “Ma io dico – è il pensiero comune tra i commentatori in rete – come si fa a uccidere un bambino a bastonate? Ma neanche i cani! Se fosse colpevole sarebbe da torturarlo tutti i giorni per il resto della vita“.
Bimbo ucciso a Cardito: la condanna dei cittadini
Non manca poi chi ha già emesso la sentenza: “Esiste una giustizia che a volte è più giusta di quella di qualsiasi tribunale e lo scoprirai appena varcherai la soglia di quelle 4 mura che ti aspettano. Spero che non abbiano alcuna pietà per te“. I commenti si sprecano. C’è chi lo chiama “satana“, chi “una bestia“, “schifoso“, “rifiuto umano“, “verme“, “beduino di m…” e chi gli augura “una morte lenta e piena di agonia e dolori“. Molti sperano che venga “messo in piazza e nelle nostre mani“. “Definirti bestia è poco – scrive qualcun altro – per un essere come te non esistono definizioni, che tu possa marcire all’inferno”.