Bitcoin: cosa sono e come si usano

A cosa servono i bitcoin? Cosa sono esattamente? Come si usano? I pro e i contro di una moneta non inflazionabile

0
606

I bitcoin sono una moneta virtuale che si fonda sul principio del P2P (peer-to-peer). Chi decide di operare con i bitcoin, quindi, può conservare e scambiare il proprio denaro usando un terminale dedicato che funge da portatore di valore. I bitcoin sono l’alternativa agli euro, ai dollari, ai franchi svizzeri. Si possono usare solo per fare determinate transazioni e in modo limitato, quindi è ancora importante mettere i conti correnti presenti sul mercato a confronto, perché non è ancora arrivato il momento in cui se ne può fare a meno.

Moneta elettronica e denaro elettronico

E se la moneta elettronica oramai si usa giornalmente quando si fanno acquisti con bancomat, prepagate e carte di credito, il denaro elettronico è ancora una novità. I bitcoin sono un tipo di denaro elettronico inventata nell’ormai lontano 2009 da un internauta noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Non hanno una banca di riferimento né uno stato, e non sono inflazionabili in quanto il loro numero è predeterminato.

Una moneta libera

Ogni unità di bitcoin è costituita da un codice assemblato da un computer con una formula basata sui numeri primi. Questo significa che si tratta di una moneta libera, in quanto non è monopolizzata da nessuno ed è utilizzabile da tutti, in maniera del tutto anonima. Bitcoin è una forma di denaro 100% digitale, è una rete di pagamento decentralizzata peer-to-peer che viene gestita dagli utenti stessi.

Crypto-currency

In buona sostanza si sta parlando di denaro liquido in circolazione su internet. I bitcoin sfruttano il concetto della “crypto-currency”: per mezzo della crittografia, quindi, si controllano la creazione di denaro e le transazioni effettuate per mezzo di esso.

Ma come funziona?

L’utente che vuole usare il denaro digitale deve semplicemente scaricare un’applicazione sul proprio smartphone o tablet, oppure un programma per il computer che fornisce un portafoglio digitale e personale per mezzo del quale si può accedere ai bitcoin e che consente il loro spostamento (invio o ricezione).

È sicuro?

Gli operatori che hanno sviluppato la nuova moneta digitale stanno lavorando ad un libro mastro pubblico, noto come “block chain”, che ha lo scopo di verificare la validità di ogni transazione. Per quanto riguarda l’autenticità, invece, ci sono le firme digitali legate all’indirizzo del mittente, che permettono di controllare personalmente la valuta da essi gestita.

Dalla teoria alla pratica

Ecco spiegata la teoria. In pratica, la nuova moneta digitale viene usata in tutto il mondo per concludere transazioni come l’acquisto di una casa, il pagamento di un conto al ristorante e via dicendo. Ma in alcuni paesi, come ad esempio in Italia, il suo utilizzo è ostacolato dalle autorità.

Italia e bitcoin

La Banca d’Italia, ad esempio, li considera troppo rischiosi, allineandosi alla posizione dell’Eba, la vigilanza europea. Le comunicazioni ufficiali della Banca d’Italia, rese note negli ultimi giorni, sostengono che “gli intermediari vanno invitati a valutare con attenzione i rischi e a considerare che in assenza di adeguati presidi e di un quadro legale certo circa la natura delle valute virtuali, quei rischi possono esporre a perdite e inificiare, di conseguenza, la consistenza del patrimonio di vigilanza e la stabilità stessa degli intermediari.”

Inoltre, ad oggi, sul territorio nazionale ci sono solo cinque dispositivi per mezzo dei quali è possibile convertire qualsiasi valuta in bitcoin che non permettono nemmeno di sapere, nel medio periodo, quanto si stia pagando, in quanto il valore della moneta è determinato dai cambi.