Sarà presentato con una esibizione dal vivo il nuovo album dei Blue Stuff intitolato -7: lunedì 28 maggio alle 18 la storica band partenopea sarà protagonista di uno showcase presso lo store Feltrinelli di piazza dei Martiri a Napoli. L’incontro sarà coordinato dal giornalista Carmine Aymone e vedrà la partecipazione di Ferdinando Bideri, produttore dell’album. Mario Insenga & co. presenteranno il cd che segna il loro ritorno discografico e il debutto su etichetta Gennarelli Bideri. L’album è disponibile solo nel tradizionale formato fisico ed è in vendita nei negozi Feltrinelli e sul sito negoziobideri.it.
Se il titolo rimanda al numero foriero di buona sorte nell’immaginario blues, il sottotitolo ne anticipa il contenuto artistico. È lo stesso Mario Insenga a spiegarlo. “Da quando mi sono trasferito nella campagna di Arpino il passaggio da atmosfere metropolitane ad ambientazioni rurali è stato inevitabile. Il sound non ha perso energia, ma si è arricchito di sonorità: il mio blues è diventato agricolo.” La lateralità è, invece, il punto di vista non convenzionale che ispira tutti i testi. È la voglia di raccontare le storie di chi vive subendo i modelli dominanti ma difende ostinatamente la propria dignità. Mettendosi, appunto, di lato per interpretare meglio la realtà delle cose e, se del caso, per evitare di farsi schiacciare.
I brani dell’album sono dodici e sono cantati sia in napoletano che in italiano, come ormai caratteristica dei Blue Stuff. La scaletta si apre con “John Dillinger”, la cui storia diventa il pretesto per parlare delle iniquità del sistema bancario. Prosegue con “Vittorio” e “Ci vuole il cappello”, due storie autobiografiche che raccontano di una vita che è un tutt’uno con la musica del diavolo. Con “Sono stanco”, invece, si rende omaggio al primo brano di blues italiano, composto da Bruno Martino nel lontano 1959. Il disco corre, poi, spedito con “Sonny Boy”, dialogo immaginario con l’armonicista del Mississippi capitato nell’Italia dei talent show. “Troppo povero per morire” ironizza amaramente sul Bel paese in emergenza permanente. “Levon” è il ricordo appassionato del batterista/cantante di The Band. “Napoli addio” canta il trasferimento dalla città ‘e Pulecenella e del lungomare liberato. “Siamo fuori” ha un titolo inequivocabile mentre “Guzzi Falcone” è un tributo agli anni ’70 e alla loro musica. “Rubi” riporta il discorso all’attualità prendendo di mira i ladrocini di origine politica.
La scaletta si chiude con “Lei”, altra cover d’autore che riprende un brano di Ray Charles. La versione è quella italiana che sancì il debutto discografico di Lucio Dalla. L’album “-7” conferma, ancora una volta, la solidità del progetto musicale dei Blue Stuff. È un disco che sfugge a formule enigmatiche ed artificiose, facendosi ascoltare tutto d’un fiato.
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