Non si placa la polemica tra il Ministro della Giustizia Bonafede e l’ associazione nazionale magistrati. Oggetto del contendere l’ attesa riforma della giustizia basata su alcuni punti cruciali.
Il primo punto riguarda la possibilità di sanzioni per i giudici “inerti” consistenti in punizioni disciplinari o processuali per i procedimenti lumaca che non arrivano a sentenza. Allo stesso tempo, si discute della volontà di inserire un meccanismo di premi ed incentivi per i più efficienti nonchè la riduzione di accesso ai riti premiali (giudizio abbreviato, il patteggiamento ed il giudizio per decreto).
La riforma, così delineata, si intreccia con lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio destinato a entrare in vigore dal primo gennaio 2020.
Tuttavia il presidente dell’ Anm Paniz ha dichiarato: ” L’Anm è disponibile a un confronto sulle riforme, ma non cinque minuti prima e per un’interlocuzione di facciata. “Siamo convinti – ha spiegato Poniz – che vi sia una impropria sovrapposizione di piani, anche legati a una situazione contingente, una pericolosa situazione che ci troviamo a subire e che può essere un pretesto per ogni tipo di riforme, anche la più eccentrica, che vada al di là del giusto intervento riformatore. L’Anm è pronta a fornire le più alte e migliori proposte, ma il tempo di 10 giorni, che abbiamo letto sui giornali, soffocherebbe il nostro intendimento. Un’iniziativa ampia di riforme”.
A queste dichiarazioni ha replicato con una nota il Ministro Bonafede precisando: “Le riforme potranno piacere o non piacere, ma parlare di mancanza di interlocuzione è totalmente fuori luogo, oltre a dimostrare evidentemente che si vuol partire con il piede sbagliato. Stento a credere a ciò che leggo. Entro 10 giorni conto di portare la riforma del processo civile, di quello penale e del Csm al consiglio dei ministri. Si tratta di testi – aggiunge il ministro- scritti dopo una lunga e serrata interlocuzione con avvocati e magistrati, questi ultimi rappresentati al tavolo proprio da Anm, nella persona dell’allora Presidente Francesco Minisci. Non è colpa mia se l’Anm, per accontentare tutte le correnti, è arrivata al punto di prevedere la rotazione del presidente“.
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