Boom delle spese militari nel 2020 nonostante la pandemia

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Spese militari, boom nel 2020 nonostante la pandemia

Numeri delle spese militari da guerra fredda, considerando che per ritrovare una spesa simile occorre andare indietro di oltre trent’anni al 1988.

di Luigi Casaretta

Anno record per i profitti militari che nel 2020 hanno sfiorato i 2000 miliardi di dollari nel mondo nonostante l’indebolimento del PIL mondiale. Lo rivela un rapporto dell’Istituto di ricerca internazionale per la pace di Stoccolma (Sipri), riportando un aumento globale del 2,6% rispetto al 2019 a fronte del calo del 4,4% della ricchezza mondiale nel 2020.

Numeri da guerra fredda considerando che per ritrovare una spesa simile occorre andare indietro di oltre trent’anni al 1988, secondo lo stesso istituto; dati che a fronte di un rallentamento economico determinano che la quota della spesa militare sul Pil in molti Paesi è aumentata in media di 0,2 punti in un anno in tutto il mondo.

A guidare la classifica sono come di consueto gli Stati Uniti con 778 miliardi di dollari pari al 39% della spesa militare globale, a seguire la Cina con un balzo del 76% delle spese militari dal 2011 per un valore di 252 miliardi di dollari che hanno di fatto trascinato alla corsa agli armamenti la vicina India, il Giappone, e la sempre presente Russia.

In Europa la Gran Bretagna primeggia con i suoi 59 miliardi di dollari; bilanciata la spesa tra Germania e Francia tra i 52 e i 53 miliardi di dollari di spesa militare. L’Italia riporta un aumento del 7,5 % rispetto al 2019 per un valore pari a 28.9 miliardi di dollari collocandosi all’undicesimo posto globale per investimenti nel settore militare.

Tuttavia, se la spesa militare è aumentata a livello globale, alcune nazioni come il Cile o la Corea del Sud, hanno preferito reindirizzare parte di quanto riservato in bilancio a questa voce di spesa per rispondere alla crisi sanitaria. Altri Paesi, come l’Ungheria, hanno risposto alla pandemia a proprio modo, aumentando le spese militari ma includendole sotto forma di risposta alla crisi economica.

Chi ha diminuito il budget delle spese militari

Altri paesi non per scelta ma per costrizione hanno ridotto i propri budget: la Turchia, in particolare, ha ridotto il proprio budget militare del 5%, scendendo a 17,7 miliardi di dollari, “un’eccezione” dopo dieci anni di continua crescita (+77% rispetto al 2011), smascherando le difficoltà economiche del regime di Erdogan. Scende del 3% il budget dell’Iran, fino a 15,8 miliardi di dollari, in calo costante dal 2018 complice le sanzioni americane verso il paese mediorientale. In calo anche la spesa militare dell’Arabia Saudita molto attiva fino al 2019 nella ricerca di apparati militari; di riflesso l’aumento fino a 21,7 miliardi di dollari della spesa militare di Israele che pure sul piano sanitario ha mostrato una forte reazione.