“Buona Scuola“, il decreto del governo Renzi, nuovamente attaccato. Nel capoluogo campano e provincia la scuola si ferma contro il decreto del governo Renzi che la riguarda. Nonostante, infatti, in decreto abbia recentemente rallentato il suo percorso verso l’approvazione in parlamento, i docenti proseguono nella loro protesta attraverso il blocco degli scrutini che avevano programmato per le giornate di ieri e oggi. Ferme, tra le altre, Duca degli Abruzzi, Rossini, Nitti, Volta, Majorana, Siani, VIII Righi a Napoli, e Virgilio, Flacco e Segré in provincia.
“Buona Scuola”: la protesta simbolica dei docenti contro il decreto
Il coordinamento della protesta prevede che ci sia un singolo docente a scioperare per ogni consiglio di classe, così da fermarne i lavori. Una protesta più che altro simbolica, visto quanto sono spuntante le armi che hanno in mano gli insegnanti: perché non scatti l’interruzione di pubblico servizio devono comunque essere garantiti gli scrutini delle quinte classi, così come per tutte le altre è necessario vengano svolti entro cinque giorni dalla prima convocazione.
“Buona Scuola”: le parole di Elena Melillo, docente di lingua inglese
“Si tratta di un tipo di protesta che ci penalizza, che si ritorce alla fine contro di noi – spiega a NapoliToday Elena Melillo, docente di lingua inglese del Duca degli Abruzzi a Bagnoli – il 15 si insediano già le commissioni d’esame ed a quel punto bisognerà comunque aver finito gli scrutini“. “È l’unico modo che abbiamo però – prosegue – per farci sentire. Ci stiamo coordinando mediante una mailing list. Gli studenti si muoveranno a settembre, ma potrebbe essere tardi. Noi intanto siamo in molti, abbiamo accanto anche numerosi presidi. Vogliamo dare un segnale forte del nostro disaccordo su quanto si è deciso a Roma“.