La legge di Bilancio 2022 prevede un taglio dello 0,8% delle trattenute a titolo di contributo previdenziale (in pratica, quelli che vengono versati all’Inps per la pensione). Lo Stato metterà quella differenza affinché un domani il dipendente non resti penalizzato dal taglio. Ne beneficiano i lavoratori del pubblico e del privato, purché non abbiano un reddito da lavoro dipendente superiore a 35mila euro, cioè una retribuzione imponibile, su base mensile per 13 mensilità, pari o superiore a 2.692 euro. Restano esclusi dall’agevolazione i collaboratori domestici, mentre il taglio dei contributi dovrebbe essere valido per i parasubordinati, vale a dire per chi ha un co.co.co. di ‘terzo genere’.
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Questa misura si aggiunge all’ipotetico risparmio sull’Irpef derivante dalla riforma fiscale e dalla riduzione delle aliquote da cinque a quattro. Se lo sconto contributivo è scattato con il cedolino di gennaio, sarà in quello di marzo 2022 che si avrà un primo segnale di quanto viene tassato il proprio stipendio e si potrà verificare se tasse e contributi rendono veramente la retribuzione più elevata. Un primo segnale, dunque, ma non quello definitivo: quel cedolino, infatti, conterrà un conguaglio per coprire gli effetti della nuova Irpef dei mesi di gennaio e febbraio 2022. Da aprile in poi, dunque, il dato sarà più concreto.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, il momento in cui ci si metterà del tutto in regola con il trattamento integrativo sarà quello della presentazione della dichiarazione dei redditi 2022, quella cioè da presentare nel 2023. Il che significa che nella busta paga di luglio dell’anno prossimo, una volta consegnato il 730, ci sarà il conguaglio definitivo.
Oltre agli effetti della riforma dell’Irpef, i cedolini di marzo riporteranno anche quelli del nuovo assegno unico per i figli fino a 21 anni di età. I lavoratori vedranno scomparire le tradizionali detrazioni fiscali e verrà erogato il nuovo sostegno approvato dal governo. Sempre che il dipendente ne abbia fatto richiesta entro il 28 febbraio, altrimenti l’assegno unico verrà riconosciuto il mese successivo a quello in cui è stata presentata la domanda.
In realtà, come spiega il quotidiano Il Sole 24Ore, alcune detrazioni potrebbero restare ancora in busta. È il caso di chi opera nel settore metalmeccanico e ha due figli a carico, di cui uno di età superiore ai 21 anni (quindi, escluso dall’assegno). A questo punto, anche nel cedolino di marzo ci sarà una detrazione per un figlio e l’assegno unico per l’altro.
L’ultima novità nella busta paga di marzo 2022 riguarda gli assegni per il nucleo familiare: da quel mese non verranno più erogati dal datore di lavoro, poiché il contributo viene inserito nel nuovo assegno universale.