Da tre giorni, per la morte del piccolo Antonio Giglio, avvenuta 3 anni fa, si indaga per omicidio volontario. Il Professor Paolo Picciocchi, esperto di patologia forense, ha parlato riguardo l’eventuale autopsia per il piccolo, affermando: “Esumare il corpo di Antonio Giglio è un atto inevitabile per fugare perlomeno i dubbi relativi alla causa del decesso. Il cinquanta per cento delle evidenze si palesa durante il sopralluogo giudiziario che si esegue immediatamente dopo l’episodio da chiarire, tuttavia visti i dubbi emersi a distanza di anni, ricorrere ad un’autopsia, anche se postuma, è inevitabile”.
Caivano, professor Picciocchi: “E’ difficile, ma necessario andare fino in fondo”
Il professor Picciocchi poi aggiunge: “Salvo casi di mummificazione della salma, rari ma non impossibili, la conservazione dei tessuti molli è da escludere visto il tempo trascorso, tuttavia bisogna andare fino in fondo, acciocché si stabilisca nei limiti del possibile la reale causa del decesso. Per questo, accanto agli esami autoptici, vanno studiati i luoghi in cui il fatto si sarebbe verificato, in questo caso la finestra dalla quale il bimbo sarebbe caduto, l’area dove sarebbe precipitato e stabilire se c’è coerenza tra il punto di impatto e la teoria della caduta accidentale. La precipitazione accidentale presuppone infatti che il corpo venga trovato a poca distanza dal muro in cui si trova la finestra dalla quale il soggetto è caduto. Se invece il punto d’impatto è più lontano di un metro la possibilità che la vittima sia stata spinta va tenuta altamente in considerazione”.