Calcio e fatture, da De Laurentiis a Lotito tutti assolti

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Calcio e fatture, da De Laurentiis a Lotito tutti assolti

Si è concluso a Napoli il primo grado del processo su calcio e fatture nato dall’inchiesta della procura partenopea che nel 2016 portò all’emissione di 64 avvisi di conclusione delle indagini preliminari.

Dirigenti, procuratori e calciatori: tutti prosciolti per intervenuta prescrizione o assolti perché il fatto non sussiste. Si è concluso così a Napoli il primo grado del processo su calcio e fatture nato dall’inchiesta della procura partenopea che nel 2016 portò all’emissione di 64 avvisi di conclusione delle indagini preliminari.

All’epoca la procura teorizzò “un radicato sistema” messo in piedi da 35 tra società di serie A e serie B e da un centinaio tra dirigenti, calciatori e procuratori sportivi. Dodici milioni di euro l’evasione contestata, coinvolto tutto il gotha del calcio italiano di quegli anni, molti tuttora in campo: dall’ad del Milan Adriano Galliani, al patron del Napoli Aurelio De Laurentiis, dal presidente della Lazio Claudio Lotito a quello della Fiorentina Andrea Della Valle (quest’ultimo assolto per non aver commesso il fatto).

Coinvolti anche alcuni calciatori tra i più importanti, soprattutto argentini: da Crespo a Denis, da Paletta al Pocho Lavezzi. Assolti anche loro. E poi i procuratori, con in prima linea Alessandro Moggi, fulcro di molte delle operazioni di mercato finite al centro dell’inchiesta della procura partenopea e anche lui assolto per prescrizione in relazione ad alcuni episodi, e perché il fatto non sussiste per gli altri casi contestati. Moggi jr è stato invece condannato a un anno, con sospensione della pena, per un presunto episodio di evasione fiscale legato alla cessione di Lavezzi dal Napoli al Psg sul quale la sua difesa ha già annunciato appello. Per lui la procura aveva chiesto 2 anni e 8 mesi di reclusione.

“Mi sembra veramente surreale – commenta Alessandro Moggi, con riferimento all’imputazione per cui è stato condannato – che il mio nome venga ripetutamente accostato in modo negativo lasciando aperti spiragli di intendimenti che anche questa volta sono risultati privi di ogni qualsivoglia consistenza reale. La sola ipotesi accusatoria che rimane in capo alla mia attività, riguarda infatti una vicenda squisitamente fiscale relativa all’Iva da versare per una operazione all’estero (la cessione di Lavezzi al Psg). Vicenda, questa, che sarà sicuramente chiarita con i motivi di appello, come finora ho sempre dimostrato”.