di Sara Di Somma
Una carriera politica iniziata a soli 25 anni seguendo le orme paterne nel Partito Socialista Italiano e proprio nel consiglio regionale della Campania, Stefano Caldoro è, oggi, tra gli esponenti del Pdl più chiacchierati della politica locale. Molti campani ritengono che il suo lavoro in regione sia stato finora fallimentare e costellato da insuccessi, sui social network gli insulti a suo carico si sprecano e c’è chi lo ha persino definito un “assassino”.
Certo è che, da quando si è insediato come Presidente della regione Campania, nel 2010, ha dovuto affrontarne di emergenze, polemiche e proteste Stefano Caldoro: dai rifiuti ai trasporti; dalle spese extra dei suoi consiglieri gravate sulle casse pubbliche ai buchi nei bilanci della sanità; dalla disoccupazione alle aziende in crisi; dagli spioni che hanno nascosto cimici nel suo ufficio al falso dossier sulle sue dubbie frequentazioni di transessuali volto a screditarne la figura politica (scovato dall’inchiesta P3 in cui erano indagati gli imprenditori Flavio Carboni e Arcangelo Martino, il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, il geometra ex democristiano Pasquale Lombardi).
Oggi, mentre gli occhi di tutti sono puntati sulla Terra dei Fuochi, Caldoro e i suoi vengono da più parti accusati per le condizioni in cui versa la regione: gravano sulle sue spalle l’assenza di controlli nei territori interessati dallo sversamento illegale, la sconfortante inesistenza del Registro Tumori, le bonifiche delle terre nostrane, finora soltanto paventate, dai rifiuti tossici interrati negli anni in cui la malapolitica e la camorra hanno spadroneggiato senza sosta, andandosene a braccetto per l’agro campano.
Per di più, ad aggravare la posizione del Governatore agli occhi della popolazione campana, ci si è messa, di recente, anche sua moglie, l’endocrinologa Annamaria Colao, che ha attirato su di sè le aspre critiche degli abitanti della Terra dei Fuochi: dopo averli definiti allarmisti, infatti, ha specificato che, dal suo rigorosamente scientifico punto di vista, a causare un aumento delle patologie oncologiche in Campania sarebbero fumo e chili in eccesso.
Il popolo arrabbiato ormai grida vendetta e, dopo i cori contro il presidente della Regione nel corso della manifestazione contro l’inceneritore a Giugliano, si sta mobilitando per mettere su un vero e proprio “No Caldoro Day”.
Deputato del PSI dal 1992 e componente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea Occidentale è stato tra i fondatori del Nuovo partito Socialista Italiano nel 2001; poi, grazie al sodalizio del partito con il PDL, viceministro del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel 2004-2005, Ministro per l’Attuazione del Programma di Governo dal 2005 al 2006 e, dal 2008, deputato del PDL in qualità di membro della commissione Cultura.
Oggi, sembreranno lontani per il Governatore campano i giorni del successo: Caldoro si ritrova su una delle poltrone più bollenti del mezzogiorno a gestire una crisi – economica, politica, ambientale – senza precedenti, in un turbinio di polemiche dure a morire perchè, in Campania, adesso si mira soltanto a scovare i colpevoli dei danni finora subiti e taciuti da tutti.
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