di Redazione
Questi giorni di allarme e proteste hanno avuto, tra i vari effetti, quello di piazzare il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro quotidianamente sotto i riflettori dell’opinione pubblica. Che sia o meno un bene (per lui o per noi) è difficile dirlo: tra chi vuole spiarlo, chi lo accusa di malagestione e chi semplicemente sta a vedere come si comporterà, in queste ore l’atmosfera al palazzo di Santa Lucia è caldissima.
E le iniziative, civiche e politiche, non si fanno attendere: così, dopo gli slogan più volte ascoltati durante le marce per la vita, non ultimo il corteo da Aversa a Giugliano, che ha visto molti cittadini invitare il governatore a farsi da parte, alcuni attivisti organizzano tramite Facebook la seconda riunione operativa del No Caldoro Day (il primo fu lanciato dal Pd campano lo scorso dicembre), elencando punto per punto tutte le pecche dell’amministrazione regionale: dal collasso del trasporto pubblico alla malagestione della spesa pubblica, dall’incapacità della classe dirigente alle (infine) politiche di risanamento ambientale.
Stefano Caldoro intanto prova a difendersi e a placare gli animi lasciandosi andare a una lunga dichiarazione pubblicata sulla sua pagina Facebook, in risposta ai tanti e poco lusinghieri commenti giuntigli appunto sulla scia della protesta che in questi giorni sta infiammando la Terra dei Fuochi.
“Giù le mani, e lo dico con fermezza, dalla nostra Campania dai nostri prodotti e dalle nostre bellezze” ha esordito il governatore, per poi passare ad affrontare i due temi caldi del momento, a cui il suo staff “lavora giorno e notte”. Quello delle bonifiche e quello della Terra dei Fuochi. “Due cose diverse” sottolinea Caldoro, per fugare i dubbi di chi ancora confondesse nel marasma di una generalista “emergenza ambientale” due questioni che vanno, secondo il presidente della Regione, tenute ben distinte.
“La prima” afferma Caldoro riferendosi alla questione bonifica “è una emergenza nazionale e ci vuole una legge speciale” da varare in Parlamento. “Una legge che individui in maniera concreta le risorse, che indichi un cronoprogramma di interventi. Lo abbiamo chiesto a voce alta nella sede del Consiglio regionale perché c’è stata l’autorevole presa di posizione del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Non può essere lasciata sola la Campania, con i suoi enti locali, a risolvere un problema così grande, causato da tutti”.
“Serve poi, assolutamente, una grande operazione verità. Parliamo di circa il 5% del territorio campano a rischio. Ci sono irresponsabili, prevalentemente fuori dalla nostra regione, che approfittano di queste storie per screditare interi territori” spiega il governatore. La situazione insomma sembra alquanto disperata, ma Caldoro si dice ottimista. “E’ un dramma, che risolveremo, ma è un dramma circoscritto“.
E poi giù ad elencare le bellezze della nostra Campania, stuprata da mani criminali, che però ha il diritto/dovere di risorgere. “Siamo la regione con più aree protette del Paese, abbiamo i paesaggi più suggestivi, il miglior mare“. Addirittura “i migliori prodotti agroalimentari d’Italia“, che però più nessuno vuole (dalle massaie agli ipermercati).
Poi, chiuso il capitolo bonifiche, Caldoro si dedica ad affrontare la questione inceneritore.
“Su Giugliano sono allo studio, da tempo, diverse soluzioni, e sottolineo diverse” inizia Caldoro, annunciando quindi l’apertura politica a proposte alternative all’inceneritore. Una cosa è chiara: le balle vanno eliminate da Giugliano e dalle zone interessate. Questo scempio non deve continuare. Ma anche qui ci vuole chiarezza. Si protegge una comunità decidendo, con il fare, con i sì e non con i no. Chi si oppone a tutto fa, spesso involontariamente, il gioco di chi nel passato ha portato la Campania ad essere in emergenza” scrive il governatore.
Poi, una nota di solidarietà: “Il dramma delle mamma e dei papà è anche il nostro. E’ il nostro dolore. E’ per questo che siamo interessati alla verità, concentrati sulle soluzioni ai diversi problemi. Sono già a lavoro da mesi tutti gli organismi scientifici specializzati ed e’ istituito con mio decreto il registro dei tumori” conclude Caldoro.
Sotto, si scatenano i commenti: c’è chi definisce il governatore della Campania “unico orgoglio di un centro-destra che in regione ha fallito“, chi gli conferma la propria fiducia ma chiede concretezza. Molti ironizzano sulle “eccellenze” campane elencate dal governatore, la maggior parte chiede a Stefano Caldoro una sola cosa: inchiodare i responsabili della strage nella Terra dei Fuochi.
Caldoro intanto, dal canto suo, continua ad affrontare a testa alta la tempesta mediatica, probabilmente ancora ignaro dell’esistenza di un “No Caldoro Day“, in programma per venerdì 11 ottobre ore 18.00 all’ Archeobar di via Mezzocannone, a cui sarebbe interessante vederlo partecipare, se mai gli organizzatori ce lo invitassero. Chissà se avrebbe il coraggio di andarci.
10 ottobre 2013