Camorra, blitz all’alba contro l’Alleanza di Secondigliano: 100 arresti

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Camorra: arrestati 8 minori ritenuti contigui al clan dei D'Amico

Le persone finite in manette nell’ambito del blitz contro l’Alleanza di Secondigliano appartengono ai clan Bosti, Contini, Mallardo e Licciardi.

Duro colpo alla camorra. Alle prime luci dell’alba, un’operazione del Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli e del Ros ha portato all’attesto di oltre 100 esponenti della cosiddetta Alleanza di Secondigliano. I provvedimenti sono stati emessi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica partenopea nei confronti di appartenenti ai clan Bosti, Contini, Mallardo e Licciardi. L’attivita’ di indagine e’ stata condotta anche con l’apporto investigativo della Polizia e della Dia. Inoltre la Guardia di finanza ha posto sotto sequestro l’ingente patrimonio accumulato dai clan. Alle 11 in Procura a Napoli il procuratore capo Giovanni Melillo terra’ una conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione.

L’operazione del 2012

Nel maxi blitz ci sono le mogli dei boss del clan Bosti, Mallardo, Licciardi e Contini, ma anche i loro luogotenenti, i figli, i nipoti e gli imprenditori che per anni sono riusciti a riciclare un tesoro accumulato con i traffici illeciti. L’ultima retata che aveva coinvolto l’Alleanza di Secondigliano era datata 2012 e anche in questo caso gli arresti furono oltre 100. Ne nacque il processo ai cosiddetti magliari, personaggi che partiti da Napoli hanno invaso l’Europa vendendo materiale falso, soprattutto abbigliamento, prodotto nelle fabbriche dei quartieri napoletani di Forcella e della Duchesca.

Adesso il commercio si e’ trasformato in imprenditoria pura e il gip di Napoli Federica D’Auria ha firmato oltre 1.500 pagine di ordinanza di custodia cautelare per 126 indagati arrestati. Ci sono tutti i personaggi di spicco del clan Rullo: Nicola detto “l’infamone”, Domenico Esposito, nipote di Rullo, Roberto Murano, figlio del boss Patrizio Bosti. Poi gli esponenti di punta dei Licciardi, che negli anni hanno sostituto nella reggenza Vincenzo “‘o chiattone”. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso a traffico e spaccio di droga, ma soprattutto riciclaggio.