A Buono Antonio e Cutarelli Luigi, raggiunti ieri dall’ordinanza di custodia cautelare relativa all’omicidio di Genny Cesarano, è stata eseguita anche un’altra o.c.c in carcere per l’omicidio di Francesco Sabatino commesso Napoli il 5 ottobre 2013 con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il gruppo camorristico Lo Russo. La vittima, 33 anni, figlio del collaboratore di giustizia Ettore Sabatino, era un affiliato al clan che era entrato in contrasto con i vertici ed il suo omicidio si inquadra quale epurazione interna al clan dei cd. Capitoni.
Determinante per la ricostruzione del fatto delittuoso, è stato il lavoro investigativo svolto dai Carabinieri ed in particolare le risultanze degli accertamenti svolti dal Racis sulle tracce ematiche rinvenute sul luogo del delitto. Altrettanto determinate è stato il contributo dei collaboratori di giustizia del clan Lo Russo ed in particolare le propalazioni di Carlo Lo Russo, mandante dell’agguato, del fratello Mario nonché di Esposito Claudio. Francesco era il fratello di Domenico Sabatino ucciso domenica 30 settembre 2016 con un’altra persona a Miano nell’ambito di contrasti del clan Lo Russo. Il 7 ottobre del 2013, i carabinieri trovarono in un basso a Miano, il pavimento e le pareti pieni di tracce di sangue. Dopo una settimana sempre i militari dell’arma trovarono il corpo senza vita di un uomo difficile da identificare, nel quartiere di Chiaiano, abbandonato in un fossato, in avanzato stato di composizione. In un secondo momento, il dna della vittima di Chiaiano ha trovato un riscontro.
Dopo averlo comparato con il sangue raccolto all’interno del basso infatti, i carabinieri l’hanno identificato come Francesco Sabatino. All’interno del basso è stato poi trovato anche il dna di Cutarelli, che probabilmente si è ferito durate l’efferato omicidio. Agli indagati oltre al reato di omicidio volontario con l’aggravante della finalità di agevolazione camorristica è contestato anche il reato di occultamento di cadavere. (AGV NEWS).