Le indagini sono cominciate dopo un agguato maturato nell’ambito dei conflitti per la gestione e il controllo delle piazze di spaccio tra i gruppi criminali D’Ambrosio e Orefice.
I carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini, entrambi in stato di liberta’, ritenuti vicini al clan D’Ambrosio di Castello di Cisterna. Sono gravemente indiziati, in concorso tra loro, di tentato omicidio e porto abusivo di armi comuni da sparo, aggravati dalle modalita’ mafiose.
Le indagini sono state avviate lo scorso 17 maggio, all’indomani dell’agguato a colpi di arma da fuoco a seguito del quale e’ rimasto gravemente ferito un 21enne Giuseppe Orefice (figlio di Gennaro, 41enne elemento di spicco del gruppo criminale Orefice di Castello di Cisterna. I militari dell’Arma hanno ricostruito le modalita’ esecutive dell’agguato, l’esplosione di 9 colpi di pistola calibro 7,65, avvenuta in pieno giorno all’interno di un quartiere densamente popolato di Castello di Cisterna (Quartiere 219). L’agguato e’ maturato nell’ambito dei conflitti per la gestione e il controllo delle piazze di spaccio tra i gruppi criminali D’Ambrosio e Orefice entrambi operanti in Castello di Cisterna.
Gli investigatori, inoltre, hanno ricostruito l’accresciuto livello criminale dei giovani indagati – Marco D’Ambrosio, 23 anni e Luigi Barbareschi, 22 – il primo dei quali recentemente diventato esponente di rilievo del panorama criminale, all’indomani dell’arresto del vertice del gruppo D’Ambrosio – Giuseppe alias o’ Cacaglio – 49enne, padre del 23enne, tratto in arresto, nel dicembre 2020, per associazione di tipo mafioso ed altro dai militari della Compagni di Castello di Cisterna a seguito di indagini condotte sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.