Camorra, il rapporto della Dia: “I clan sfruttano il disagio sociale”

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I clan della camorra puntano a strumentalizzare a proprio vantaggio le gravi situazioni di disagio sociale. E’ quanto si legge nella Relazione al Parlamento

Le prestazioni previdenziali verso famiglie e le imprese in crisi finanziaria per effetto della crisi causata dalla pandemia rappresentano per i clan della camorra un’occasione per “incrementare il consenso sociale e consolidare il proprio controllo del territorio“. I clan della camorra puntano a strumentalizzare a proprio vantaggio le gravi situazioni di disagio sociale. E’ quanto si legge nella Relazione semestrale al Parlamento.

Accanto ai grandi sodalizi mafiosi c’è – viene sottolineato nella relazione della Dia – una pletora di gruppi-satellite minori a composizione prevalentemente familiare e spesso referenti in loco dei primi e di baby-gang che non possiedono un background criminale di particolare consistenza e stabilità.

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Queste ‘bande’ si rivelerebbero comunque pericolose per la pressione che esprimono a livello locale pur di acquisire o conservare il controllo anche di limitati spazi territoriali, rendendosi spesso protagonisti di eclatanti forme di gangsterismo urbano (agguati, stese e caroselli armati)“.

Ciò accade soprattutto laddove i clan egemoni, prediligendo il più subdolo affarismo imprenditoriale, hanno allentato la catena di comando e le funzioni “tutorie” di equilibrata regolamentazione dei fenomeni di delinquenza diffusa. In linea con le reiterate manifestazioni di violenza risultano i numerosi rinvenimenti e sequestri di armi illegali anche ad alto potenziale nella disponibilità dei gruppi sia maggiori, sia minori.