Il 6 novembre 2004 Antonio Landieri veniva ucciso durante una sparatoria in via Labriola, a Scampia. Altre cinque persone restarono invece ferite, poiché riuscirono a scappare, a differenza di Antonio, che aveva difficoltà nel muoversi per via della sua disabilità. Prima vittima innocente di camorra disabile.
Antonio con altri amici, tutti incensurati, erano lì che giocavano a calcio balilla nel loro solito bar di ritrovo nel rione dei Sette Palazzi. Era il 2004, periodo della Faida di Scampia. Era guerra fra i vari clan rivali per il controllo delle zone di spaccio. Dei sicari scambiarono infatti la comitiva di Antonio Landieri per un gruppo di spacciatori del rione e aprirono il fuoco. Antonio morì a 25 anni.
Ad Antonio gli furono poi negati i funerali pubblici, poiché a causa di indagini frettolose fu etichettato come un pericoloso criminale internazionale. Ma grazie alla famiglia e al cugino, Rosario Esposito La Rossa, oggi scrittore ed editore, dopo una lunga battaglia giudiziaria per difendere la sua memoria, gli è stata restituita la sua dignità. Di recente, in sua memoria, è stato inaugurato a Scampia lo “Stadio Antonio Landieri”.
Giovanni Esposito, Davide Francescone e Ciro Caiazza, condannati all’ergastolo; 17 anni e 4 mesi per Gennaro Notturno e e Pasquale Riccio; assolti Cesare Pagano e Giovanni Piana.
Le pene accessorie: Interdizione perpetua per Esposito, Francescone e Notturno mentre sempre per Esposito, Francescone e Caiazza c’è la perdita potestà genitoriale.
Assolti Cesare Pagano e Giovanni Piana. Per il boss Pagano, ritenuto il mandante dell’omicidio, poiché all’epoca dei fatti era il capo del clan diventato rivale dei Di Lauro, non è stato possibile accertare la verità, in quanto i due collaboratori sono stati in contrasto su chi avesse dato l’ordine.
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