L’attuale tecnico del Tianjin, Fabio Cannavaro, campione del Mondo con la Nazionale e giocatore mai dimenticato del Napoli, ha rilasciato un’intervista a Il Mattino, nella quale ha prima di tutto rievocato i suoi ricordi del primo scudetto azzurro, del quale ricorrere il trentennale proprio domani. “La notte prima della sfida con la Fiorentina dormii pochissimo. La mattina uscii presto di casa con la tuta marchiata Nr e cercai di rispettare le raccomandazioni del mister, a cui chiedevo sempre di essere convocato come raccattapalle, per vivere da vicino l’emozione delle partite. Quel giorno giocai la gara organizzata prima della Fiorentina, pur avendo rischiato di non farlo. Non avevo portato le scarpe da calcio, perché sapevo di dover fare solo il raccattapalle. Alla fine l’allenatore Scarpitti, che era anche il mio insegnante di educazione fisica, mi mandò in campo lo stesso. Giocai con le scarpe da ginnastica, le Superga”. Poi la partita, con Maradona e Baggio in campo, decisa dal gol di Andrea Carnevale. E proprio sull’ex attaccante azzurro, Cannavaro svela un retroscena. “Sul campo mi misi a inseguire Carnevale che rientrava negli spogliatoi dopo la sostituzione. Gli chiesi il pantaloncino, ma lui, arrabbiato per il cambio, mi rispose, duramente, che non poteva darmi nulla. Ci rimasi malissimo e dato che ho una memoria lunga, anni dopo glielo dissi, sorridendo”. Soddisfazioni da tifoso tante, meno da calciatore. “Quando andai via nel 1995, dopo solo due stagioni in Serie A, la società aveva problemi finanziari e c’era la necessità di cedermi”. Infine un augurio a chi, come Lorenzo Insigne, napoletano in campo e di nascita, oggi sogna di rivincere quel tricolore. “Lo auguro a lui e a tutti i giovani calciatori del Napoli. E intanto mando un abbraccio ai campioni che festeggeranno il 10 maggio, purtroppo non al San Paolo per problemi organizzativi da quanto ho capito: grazie per le emozioni che regalaste trent’anni a me e a tutti i ragazzi di Napoli”.