Il papà sente cantare “Bella Ciao” dalla figlia in quanto parte dei testi per la recita di Natale a scuola. Paolo Santanelli si sfoga su Facebook e denuncia il fatto.
La su intenzione era “solo di proteggere i bambini” da quello che egli stesso ha definito “un indottrinamento politico“. Prova a spiegare la propria posizione Paolo Santanelli, il papà di una piccola alunna della scuola elementare De Amicis di Napoli che, da lui ‘sorpresa’ a canticchiare Bella Ciao, ha criticato sui social la scelta di introdurre la canzone partigiana all’interno di una recita scolastica di Natale con conseguenti polemiche. “Giù le mani dai bambini e fuori la politica dalla scuola“, torna a scrivere su Facebook Santanelli, neurologo e dirigente della Lega.
Una premessa, quella di essere dirigente del partito del Carroccio a Napoli, da cui parte per spiegare che il suo intento era quello di “proteggere i bambini dalla violenza di quegli adulti che per scopi ideologici cercano di sfruttare la loro purezza“. Santanelli, come riportato da alcuni organi di stampa, ha sentito sua figlia canticchiare “Bella Ciao“. Quando le ha chiesto come mai conoscesse quella canzone, la bimba ha risposto che faceva parte dei testi della recita di Natale che, quest’anno, avrebbe avuto come tema la storia della Costituzione.
Figlia canta Bella Ciao a scuola, padre: “non consentirò a mia figlia di cantare una canzone scritta da vigliacchi senza patria”
Una spiegazione che non è andata giù al genitore che si è sfogato su Facebook. “Non vorrei che questa decisione altro non fosse che una scelta ad hoc fatta per non turbare la sensibilità delle famiglie di religione musulmana che hanno i loro figli in quella stessa scuola – ha scritto in un primo post di ‘denuncia’ -. Sia però ben chiaro che non consentirò in alcun modo a mia figlia minorenne, di cantare una canzone che evoca uno dei momenti più bui della storia d’Italia, scritta da vigliacchi senza patria e senza divisa che sparavano alle spalle ai veri soldati italiani“.
Canta Bella Ciao a scuola, Santanelli: “se vogliono fare politica, si occupassero di migliorare le strutture”
La ‘strumentalizzazione’ del suo sfogo, come lo stesso Santanelli e alcuni suoi contatti sul social network l’hanno definita, ha poi spinto lo stesso Santanelli a un ulteriore post, sempre su Facebook. “Io desidero che a Natale mia figlia canti la natività di Gesù bambino in tutto quel magico mondo che appartiene alla sua età e non intoni una canzone di guerra che richiama morte, odio e violenza – ha scritto –. I dirigenti e gli insegnanti, se proprio vogliono fare politica, si occupassero di migliorare mense, bagni e strutture, assumendosi la responsabilità di denunciarne le precarietà, soprattutto in un momento in cui circa l’80% degli edifici scolastici a Napoli risulta non essere a norma“. “Sicuro che questa mia iniziativa servirà alla scuola da sprone a far sempre meglio e non a darà spunto a comportamenti ritorsivi – ha concluso il suo post – invio a tutti cordiali auguri di un Santo Natale anche a chi è di estrazione religiosa differente dalla nostra e non per questo non meritevole“.