In tempo di coronavirus, sono molti i settori colpiti, verrebbe da dire tutti. In un modo o nell’altro, non c’è un lavoro che non abbia subito una brusca spallata dal lockdown. Dal 4 maggio dovrebbe esserci un primo allentamento delle misure, ma non andrà atteso come la soluzione a tutti i mali, anche perché i danni sono ingenti. Purtroppo, però, qualcuno rischia di restare più indietro degli altri. Ed è da ciò che nasce il grido dall’allarme dei lavoratori aeroportuali stagionali dello scalo di Capodichino a Napoli. Trascritto in una lettera inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Governo, che RoadTv Italia riporta per dimostrare il suo appoggio a una categoria fondamentale.
Noi siamo Lavoratori Aeroportuali Stagionali. Già questo desterà un po’ di curiosità. I più tra i lettori, ne siamo sicuri, non immagina che gli aeroporti italiani impiegano ogni anno centinaia di lavoratori stagionali.
Siamo donne e uomini che hanno lavorato per anni negli aeroporti del nostro Paese con passione, dedizione e immensi sacrifici andando incontro ad anni di precarietà incontrollata, strutturata. Abbiamo lavorato duramente per il raggiungimento di obiettivi numerici e qualitativi grandiosi per gli aeroporti italiani, ma anche per il settore turistico del Paese. Nonostante ciò siamo invisibili alle istituzioni perché la nostra categoria di Stagionali dei Trasporti non rientra in nessuna di quelle comunemente e ufficialmente riconosciute. Il settore del trasporto aereo non è sottoposto ai vincoli di stagionalità che riguardano il settore del Turismo propriamente detto, eppure gli enormi numeri che si registrano nelle strutture ricettive italiane nel periodo estivo (soprattutto, ma non solo d’estate) noi li conosciamo bene, perché sono flussi di passeggeri che transitano nei nostri Terminal, persone a cui noi diamo informazioni, forniamo servizi e accogliamo per primi nel nostro Paese. Questi numeri sono aumentati in maniera esponenziale negli ultimi anni e di pari passo anche noi lavoratori stagionali, un bacino che ad oggi conta migliaia di uomini e donne e altrettante famiglie che apparentemente non esistono!
La stagionalità del Trasporto Aereo è una stagionalità de facto e sistemica, resa tale delle tendenze degli spostamenti aerei degli ultimi anni e ciò è comprovato dal fatto che gran parte di noi aeroportuali stagionali ha alle spalle anche 10 anni di lavoro in precarietà. Dunque, questo periodo di crisi pone noi aeroportuali stagionali in una posizione di vulnerabilità e di difficoltà al pari dei nostri colleghi del settore turistico. Anche per noi stagionali aeroportuali la ripresa sarà terribilmente lenta e al termine del periodo di emergenza, per noi non ci sarà la possibilità di riprendere il nostro lavoro e il nostro ricollocamento sarà estremamente difficile.
Alla luce di ciò, riteniamo l’esclusione della nostra categoria di stagionali del trasporto aereo dal Decreto Cura Italia fortemente ingiusta, una svista grave che rischia di metterci in ginocchio. A pochi giorni, forse ore, dalla presentazione del nuovo Decreto riguardante nuovi provvedimenti per il sostegno economico dei cittadini e dei lavoratori, non abbiamo ricevuto alcuna risposta chiara e univoca sulle decisioni che verranno prese a nostra tutela.
Riteniamo, quindi, che sia nostro diritto essere riconosciuti dal governo come categoria di lavoratori che contribuisce allo sviluppo turistico del Paese e chiedere che vengano previsti degli ammortizzatori sociali specifici per la categoria dei lavoratori stagionali del settore trasporti, immediati e a lungo termine, che ci permettano di resistere fino alla ripresa effettiva del nostro settore.
Lavoratori Aeroportuali Stagionali dell’Aeroporto di Napoli Capodichino.