di Sara Di Somma
Napoli – Vincenzo Di Sarno è detenuto a Poggioreale da 4 anni per aver commesso l’omicidio di un immigrato nel 2009: è stato condannato a 16 anni di reclusione, ma è gravemente malato. Ha 35 anni ed è affetto da un tumore al midollo osseo; malato terminale, è su una sedia a rotelle, non si alimenta e ha perso circa 60 chili. Durante una visita a Napoli del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Di Sarno aveva chiesto la grazia per potersi recare in Svizzera per le cure; la situazione, però, è peggiorata rapidamente e l’uomo ha richiesto una sospensione della pena detentiva.
“Meglio la libertà di eutanasia che una morte lenta in carcere” ha scritto Di Sarno, chiedendo a Napolitano di sostenere la sua causa. Il Presidente, che ha dichiarato “sospendete la pena a quell’uomo malato”, ha richiesto pubblicamente di “attivare anche, dinanzi alla magistratura di sorveglianza, la richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena carceraria a causa delle condizioni di salute”; richiesta che, tuttavia, è stata rigettata dal magistrato di sorveglianza Rosa Labonia che ha comunque disposto il ricovero del detenuto in ospedale.
Secondo Labonia, Di Sarno non sarebbe in pericolo di vita, dunque non esisterebbero i presupposti per adottare tale provvedimento. Appare lucido e “nonostante le continue sollecitazioni mediche sta rifiutando la terapia medica infusiva e nutrizione con brick”. “Mio figlio non è in pericolo di vita? É allo stremo, come fanno i magistrati a non capirlo? – ha dichiarato indignata la madre Maria Cacace, dinanzi alle dichiarazioni della magistratura – Rifiuta la terapia perchè non ce la fa più”.
16 gennaio 2014
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