Muore all’ospedale Cardarelli: salma vicino ai bagni

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Un uomo giunto in codice rosso dal pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli muore nel corridoio di un reparto e viene poi lasciato per alcune ore su una barella, in una medicheria, il cui bagno è solitamente utilizzato dai pazienti e dei loro parenti che sono stati costretti a passare davanti alla salma e ai parenti in lacrime. Lo riferisce una testimone. Dopo alcune ore, poi, il cadavere è stato trasferito.

 

Ospedale Cardarelli: ‘La salma non era appoggiata ai bagni’

La salma non è stata mai ‘appoggiata’ nel bagno, come incautamente riportato da alcune testate online né tantomeno per tre ore. Il paziente, come sempre accade al Cardarelli, ha ricevuto il massimo rispetto, nella malattia e, purtroppo, anche nella morte“. E’ quanto viene sottolineato, in un comunicato, dalla Direzione dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Antonio Cardarelli. “Dopo il decesso, – prosegue la nota – per permettere la composizione della salma ed evitare che restasse nell’area di degenza, come del resto da prassi, si è provveduto al trasferimento nella medicheria del reparto. L’area in questione è inibita ai degenti ed è riservata esclusivamente al personale. La salma è stata poi prelevata alle ore 10,50 e trasportata all’obitorio”.

 

La nota dell’ospedale Cardarelli

Nella nota, il Cardarelli, spiega l’accaduto, dall’arrivo del paziente nell’ospedale fino al momento del suo decesso. “Il paziente S.G., arrivato al pronto soccorso in codice giallo, alle ore 16,46 dello scorso 29 agosto, è stato ricoverato in chirurgia d’urgenza alle ore 20,30 della stessa serata“. Si è trattato, viene evidenziato nella nota dell’ospedale, di un pazientegià in condizioni disperate in quanto la sua patologia di base lo caratterizzava come ‘paziente in fase terminale’. L’uomosottolinea ancora il comunicato è deceduto alle ore 10 di questa mattina dopo assistenza medica e rianimatoria iniziata dalle ore 9″. “La direzione strategica provvederà ad intraprendere ogni azione necessaria al fine di evitare che la distorsione dei fatti possa causare un danno di immagine all’azienda ospedaliera“, conclude la nota.