Altro che ‘Gomorra’, questa è la realtà: avversario politico pestato nell’ufficio del sindaco

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L’ex sindaco di Capua, Carmine Antropoli, arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione di tipo mafioso per i suoi presunti rapporti con il clan dei Casalesi.

Arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta l’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli (primo cittadino con Forza Italia per due consiliature consecutive, dal 2006 al 2016): è accusato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Antropoli, noto medico chirurgo, già dirigente al Cardarelli di Napoli, era stato candidato non eletto con Forza Italia alle elezioni politiche 2018 nel collegio plurinominale Campania 2 Avellino-Benevento per la Camera dei Deputati (terzo in lista dopo Cosimo Sibilia e Nunzia De Girolamo).

Ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Dda, anche per l’imprenditore del clan dei Casalesi Francesco Zagaria (detto “Ciccio ‘e Brezza” e “sentenza”, di Casapesenna, stabilitosi nel territorio capuano, già arrestato nel 2017), accusato di associazione di tipo mafioso, duplice omicidio aggravato dalle finalità mafiose e violenza privata aggravata dal metodo mafioso.

Le indagini

Secondo l’indagine – avviata nel 2015 e svolta con le dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia – il clan dei Casalesi ha condizionato lo svolgimento delle elezioni amministrative per il Consiglio comunale di Capua del 5 giugno 2016.

In particolare in quell’occasione Antropoli avrebbe indotto un avversario politico a ritirare la candidatura alla carica di consigliere comunale, partecipando a un “pestaggio” all’interno del suo studio medico, con percosse a cui ha dato luogo materialmente Zagaria. Inoltre l’ex sindaco è risultato gravemente indiziato di avere stretto un patto con Zagaria e con Martino Mezzero (un altro affiliato al clan dei Casalesi) per assicurare dei voti ad un altro candidato appartenente al suo stesso gruppo politico.

Francesco Zagaria negli ultimi anni ha assunto ruolo di elemento apicale del clan dei Casalesi, tanto da godere di incondizionata fiducia da parte del boss Michele Zagaria, il quale lo impiegò con funzioni di ausilio nell’esecuzione del duplice omicidio di Sebastiano Caterino e Umberto De Falco, commesso a S. Maria Capua Vetere il 31 ottobre 2003.