di Bruno Marchionibus
Per comprendere bene una canzone, soprattutto per quanto riguarda il testo, bisogna ascoltarla e riascoltarla più volte, quasi per “esplorarla” come fosse una mappa in cui, tra le parole dei versi, trovare un tesoro nascosto fatto di emozioni e sentimenti.
Di “Quando ti manca il fiato” di Gianluca Grignani, complice anche l’orario tardo in cui l’artista milanese si è esibito e la stanchezza della giornata, al primo ascolto live avevo faticato a cogliere bene le parole. Poi l’ho riascoltata col testo davanti, e questo dialogo immaginato tra padre e figlio mi ha commosso.
Ogni volta in cui negli anni ho visto Grignani esibirsi in uno stato di semilucidità ho provato un grande dispiacere, e l’immagine di quel poeta così profondo che risultava essere tanto incompreso mi ha sempre fatto male al cuore; per lui, pur non conoscendolo personalmente, ho sempre provato una grande empatia, e le recenti interviste in cui ha raccontato tutte le difficoltà e le esperienze traumatiche che ha avuto nella vita hanno aumentato ancor di più questo mio “affetto” nei suoi confronti.
Quello che questo cantante ha pagato nella vita, secondo me, è stato il fatto di essere una persona ultrasensibile, cosa che dai suoi testi traspare chiaramente, e di trovarsi a esserlo in un mondo dove purtroppo chi non mostra le proprie emozioni viene considerato forte, mentre chi invece alla sofferenza non riesce a reagire da solo viene lasciato indietro.
Chi critica Grignani, per me, è chi non si rende conto quanto possa essere complicato convivere con dei demoni che hai dentro, chi considera segno di debolezza il mostrare le proprie debolezze. A parer mio, invece, in una società che impone canoni di perfezione, riuscire a mostrarsi fallibile e imperfetto è il più grande atto di coraggio possibile, così come coraggiosa è la scelta dell’artista di inserire nel dialogo immaginario del testo il proprio nome, “Gianluca”, riconoscendo così senza filtri che sì, questo brano parla proprio di lui.
Spero davvero, e dopo questa canzone lo faccio ancor di più, che Grignani possa superare in via definitiva tutti i suoi problemi, e tornare a essere in pianta stabile quello che, ai tempi de “La mia storia tra le dita”, scriveva capolavori “senza pensare troppo alle parole”, ma che con le parole non ha mai smesso di emozionarci. Intanto, noi che a Gianluca pur senza conoscerlo abbiamo sempre voluto bene, attendiamo con ansia la versione di “Destinazione Paradiso” che proporrà insieme ad Arisa nella serata cover di venerdì e che, senza dubbio, sarà un altro colpo al cuore…
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