Contro il caro vita il rischio è che, oltre al superfluo, si sia costretti a tagliare anche le spese necessarie, come quelle relative alla sanità.
Nell’ultimo anno l’inflazione ha eroso in maniera significativa i risparmi e il potere di acquisto delle persone. E se in molti hanno provato a rimediare tagliando il superfluo o adottando buone abitudini antispreco, c’è il rischio che anche spese importanti – come quelle per la salute – subiscano l’impatto negativo del caro prezzi. È quello che sta accadendo? UniSalute ha interrogato i napoletani su questo argomento, in una nuova indagine dell’Osservatorio Sanità svolto in collaborazione con Nomisma. La ricerca di UniSalute conferma, innanzitutto, come l’inflazione si stia facendo sentire nella quotidianità dei napoletani: oltre uno su due (51%) afferma che le sue scelte di vita sono fortemente influenzate dall’aumento dei prezzi e dal caro bollette, e il 43% dice di essere condizionato dalla situazione economica familiare. Di conseguenza, quasi nove su dieci (87%) hanno modificato le abitudini di spesa, tagliando prevalentemente i consumi fuori casa come bar e ristoranti (70% di chi ha cambiato le abitudini di spesa), ma anche i viaggi e le vacanze (65%) e in misura minore gli acquisti relativi all’abbigliamento (44%).
E le spese per la salute? L’impatto del caro vita c’è, anche se in misura inferiore: dice di aver ridotto queste spese il 38% dei napoletani, dato ben più alto rispetto al campione nazionale (28%). La maggioranza (62%) degli intervistati, comunque, non intende modificare questa voce di spesa (43%), o ha intenzione addirittura di aumentarla (19%): segno che in molti, forse a seguito della pandemia, hanno preso consapevolezza dell’importanza di tutelare e prendersi cura della propria salute. Per approfondire questo aspetto, UniSalute ha chiesto agli abitanti del capoluogo campano se fossero più attenti al proprio benessere oggi rispetto a cinque anni fa. Per quanto riguarda il benessere fisico, ha risposto di sì il 42% degli intervistati; mentre in merito al benessere psicologico, si dichiara più attento il 39%. Come motivazione di questa maggior attenzione, sette su dieci (70%) indicano l’aver capito l’importanza di controllare in maniera continuativa il proprio stato di salute.
Ma è davvero così? Purtroppo, non sempre ai buoni propositi seguono i fatti: nel campione di napoletani interrogato per la ricerca, ben il 53% dichiara di non aver svolto alcun esame di prevenzione e screening negli ultimi 12 mesi, e la motivazione prevalente sono proprio i costi troppo elevati, citati dal 67% degli intervistati. A riprova che il caro vita a Napoli sta mettendo a rischio anche le spese per la salute.